“Ianus”, mafia e droga: indagato anche il vice presidente del consiglio comunale di Canicattì

L’indagine denominata “Ianus” ha portato all’arresto di numerosi individui, inclusi politici locali e presunti affiliati a organizzazioni criminali come Cosa Nostra e la Stidda. Tra gli arrestati figura Giuseppe Alaimo, vicepresidente del Consiglio comunale di Canicattì, indagato per traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa. Alaimo, membro della Democrazia Cristiana, è accusato di aver acquistato cocaina da Mirko Rapisarda e Giuseppe Pasqualino, considerato il luogotenente del clan Rinzivillo, per rivenderla a terzi.

L’INDAGINE

Complessivamente, 72 individui sono stati indagati nell’ambito di questa inchiesta, con 55 soggetti raggiunti da misure cautelari. Le accuse riguardano principalmente associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di droga. Le indagini hanno evidenziato legami tra Cosa Nostra di Gela e la ‘ndrangheta calabrese, nonché una fiorente attività di spaccio di droga in diverse province siciliane, tra cui Agrigento.

Le attività investigative hanno permesso di rintracciare gli ingenti investimenti della mafia nella coltivazione di marijuana e di smascherare il traffico di cocaina tra diverse organizzazioni criminali. Le conversazioni intercettate hanno rivelato l’entità delle attività illecite e l’uso di armi da parte dei criminali coinvolti.

La Polizia di Stato ha eseguito le misure cautelari coinvolgendo 500 agenti e ha proceduto alla perquisizione dei luoghi associati agli indagati alla ricerca di armi e droga. Inoltre, sono stati sequestrati beni ritenuti legati alle attività illecite, come una villa con piscina a Gela e un’auto di grossa cilindrata. La complessa operazione ha coinvolto numerose unità di polizia e ha richiesto un’imponente organizzazione per garantire l’ordine pubblico durante le attività investigative.

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