È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
I NOTAI
22 Gen 2012 18:22
Nell’ampio dibattito sulle liberalizzazioni che si svolge in questi giorni si sta parlando poco della professione dei notai. E la misura adottata dal governo di aumentare il numero dei notai, sembra una misura poco incisiva e che non scalfisce di molto la grande posizione di rendita tenuta da questi professionisti.
Ma vediamo cos’è questa professione.
Il notaio è un libero professionista esercente una funzione pubblica. L’atto notarile, ossia il documento redatto dal notaio con le prescritte formalità, garantisce la legittimità del negozio giuridico che contiene ed ha il valore probatorio dell’atto pubblico (art. 2700 codice civile: l’atto pubblico fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in sua presenza o da lui compiuti).
La definizione si riferisce alla professione del notaio italiano e, in genere, al notaio presente nella grande maggioranza dei paesi latini. Nei paesi anglosassoni le funzioni del notaio latino sono generalmente svolte da un avvocato. Un ordinamento originale è quello austriaco in cui il notaio è un pubblico ufficiale, nominato dal ministro della Giustizia.
L’organizzazione del notariato moderno, nei paesi dove vige il cosiddetto notariato latino, risale sostanzialmente alla Rivoluzione francese.
Nel diritto italiano, secondo quanto recita l’art. 1 della legge 16 febbraio 1913, n. 89 (cosiddetta “legge notarile”), i notai sono ufficiali pubblici istituiti per ricevere gli atti tra vivi e di ultima volontà, attribuire loro pubblica fede, conservarne il deposito, rilasciarne le copie, i certificati e gli estratti.
Per la sua funzione di pubblica utilità, il notariato non è configurabile come mera attività di impresa, ed è soggetto alla disciplina antitrust e ai principi di libera concorrenza secondo un regime specifico. L’esistenza di un albo professionale e di un tariffario di riferimento non è sanzionabile come una forma di cartello.
In particolare le funzioni del notaio Italiano sono anche quelle di liquidare e riscuotere le imposte per conto dello Stato relativamente agli atti pubblici ricevuti. Il notaio italiano deve inoltre effettuare i controlli ipotecari e catastali, effettuare tutti gli adempimenti nei vari uffici pubblici quali ad esempio la registrazione dell’atto presso l’Agenzia delle Entrate, la trascrizione presso la Agenzia del Territorio, la voltura presso il Catasto, le annotazioni presso il Registro dello Stato Civile, le iscrizioni al Registro delle Imprese.
Si diventa notaio col superamento di un concorso nazionale articolato su tre prove scritte ed una prova orale. Il concorso è gestito direttamente dal Ministero della Giustizia e non dal Notariato.
Il numero dei notai è fissato e programmato dal Ministero della Giustizia. I notai in esercizio sono 4.554 (dati giugno 2010), ma la pianta organica attuale è di circa seimila notai. Con la revisione della pianta effettuata nel 2011 e l’aumento disposto dall’ultimo consiglio dei ministri ci saranno altri 1.500 notai.
Le tariffe notarili sono fissate dal ministero della giustizia. Secondo un servizio del giornale online “L’inchiesta” del dicembre scorso, il 17,5% dei notai sono figli di notai. Essendo l’accesso alla professione previsto mediante concorso pubblico, l’alta percentuale di notai figli di notai fa sorgere qualche dubbio sulla correttezza dello stesso.
Come abbiamo detto all’inizio, il notaio è un libero professionista esercente funzioni pubbliche, proprie cioè dello Stato. E’ questo un ordinamento particolare, retaggio di tempi andati, quando molte delle funzioni pubbliche venivano concesse a privati “in appalto”. Basti ricordare le figure degli ufficiali giudiziari o degli esattori di imposta del secolo scorso.
Questo tipo di ordinamento particolare, il numero limitato di professionisti previsti in pianta organica, le tariffe fissate per legge, creano a favore di questa categoria una rendita di posizione che limita notevolmente la libertà di movimento economico, sia per le compravendite immobiliari che per le attività societarie dove sono moltissimi gli adempimenti soggetti ad atti notarili e quindi costosi.
Probabilmente l’aumento del numero dei notai era l’unica scelta che poteva adottare un governo tecnico. Ma da molte parti, specie da parte dell’avvocatura, si richiede un allineamento all’ordinamento dei paesi anglosassoni con la cessione agli avvocati di alcune competenze proprie dei notai.
Io personalmente ritengo che una soluzione corretta da tutti i punti di vista, in linea con l’ordinamento giuridico italiano, sia invece quella di inserire i notai nell’ordinamento del pubblico impiego, qualificando i notai come alti funzionari, al pari ad esempio dei magistrati, con retribuzione fissa anche se adeguata alla funzione.
info@studiolegaleassenza.it
© Riproduzione riservata