I NEGOZI MUOIONO COME LE MOSCHE NEL SALOTTO BUONO DI VIA ROMA

“Un accorato grido d’aiuto. E’ quello che sale elevandosi al cielo, e soprattutto nelle stanze del primo piano di palazzo dell’Aquila, dal salotto buono della città. Da quella stessa via Roma dove, nel giro di un paio di mesi, hanno chiuso i battenti altre quattro attività. Ma che cosa sta succedendo? Il nuovo look non sarebbe dovuto servire a rendere più effervescente il commercio dell’area? Oppure tutto si è risolto in un flop? Come se non bastassero, naturalmente, i morsi della crisi economica?”. E’ l’amara constatazione che arriva dal commissario cittadino de “La Destra” Ragusa, Giuseppe Dipasquale, dopo avere preso atto che la presenza di attività commerciali, in via Roma, e nel quadrilatero circostante, è ormai ridotta ai minimi termini. “Nel tratto iniziale, per chi arriva dal Ponte Papa Giovanni XXIII – afferma Dipasquale, oltre al Bar Mediterraneo, che ha issato bandiera bianca per le vicende che tutti conosciamo, si riscontra la presenza, nel giro di appena dieci metri, di un vendesi e di due affittasi, a fronte di un numero pari di attività commerciali che hanno chiuso i battenti. Per non parlare di quelle che hanno scelto di andare via nel momento in cui erano iniziati i lavori di rifacimento stradale tesi a trasformare l’arteria in un’isola pedonale. Ora, a distanza di tempo, essendo già possibile effettuare un primo bilancio equilibrato sul restyling, possiamo chiederci: ma è servita davvero questa scelta per fare respirare l’economia della nostra città? Oppure è stato soltanto un esercizio stilistico dal punto di vista architettonico che, anzi, ha contribuito a rendere la zona ancora più desolata e abbandonata a se stessa?”. E Dipasquale continua: “Sentiamo spesso dire, in questi ultimi giorni, che si sta pensando ad avviare una serie di iniziative di rivitalizzazione, per fare rivivere il centro storico superiore e la via Roma in particolare. Ma di manifestazioni come quelle che si vorrebbero allestire, o le altre che ci sono già state, ce ne vorrebbero almeno una ogni fine settimana. Capisco che è impossibile ma la cura deve essere drastica e senza un attimo di tregua se si vuole salvare il moribondo via Roma. Altrimenti possiamo senz’altro riferirci alla cronaca di una morte annunciata. Non voglio essere pessimista né tantomeno fare l’uccello del malaugurio. Ma i negozi chiusi con i cartelli affittasi e vendesi sono lì a ricordarci ad ogni istante che la situazione è grave. E che il problema va risolto senza mezzi termini”.

 

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