I MINISTRI E L’AMBIENTE

Quando ho letto la notizia stavo per prendere la tastiera in mano per scrivere due parole, poi mi sono fermato pensando come, spesso, un articolo può essere interpretato, in periodo di campagna elettorale, come un attacco, se non alla persona di un Ministro, alla compagine di cui fa parte e a cui deve rispondere in termini di dichiarazioni, provvedimenti e misure da adottare.

In ogni caso la valutazione che ho della stampa quotidiana, cartacea e online, mi porta a verificare ogni notizia su più fonti giornalistiche, al fine di selezionare quanto più possibile il concetto di fondo, trovando una sintesi fra i pareri di opposta influenza politica.

Si parla tanto di sprechi in Italia, ma penso che non venga preso in considerazione lo spreco di tempo che i politici, e soprattutto gli uomini di governo, passano ad intervenire in convegni e dibattiti spesso sterili e improduttivi, con la coda di interviste e dichiarazioni che allungano i tempi sottratti a impegni più concreti nell’ambito del mandato affiato.

Come accennato, spesso mi trattengo e cerco di calmare l’animo per quello che leggo, però poi trovo chi non riesce a trattenersi e impreco alla mia  cautela.

Intervenuto ad una conferenza, a Roma, della Fondazione Sviluppo Sostenibile, il Ministro per l’Ambiente Clini ha dichiarato che è improprio parlare di una crisi del settore auto, si tratta, piuttosto di un prodotto progressivamente obsoleto, il cui utilizzo, udite udite, deve essere necessariamente vietato, soprattutto in città, dove NESSUNO SARA’ OBBLIGATO A CAMBIARE AUTO (e questo è già tanto) ma potranno circolare solo i veicoli che presentano performance ambientali compatibili con gli obiettivi di qualità dell’aria previsti dalla città.  

Tralasciando che la dichiarazione è fatta da chi, di recente, si è mostrato favorevole alla TAV, agli inceneritori, ai rigassificatori, alle centrali nucleari, per non dire al MUOS, si pensa, per un attimo, alle migliaia di lavoratori dell’industria automobilistica e dell’indotto che resterebbero a spasso.

E si pensa poi allo stato dei trasporti pubblici, a cui non si fa nessun  riferimento. L’unica fabbrica di bus in Italia è stata avviata alla chiusura, in Sicilia si vuole trasformare Termini Imerese in un  set cinematografico, la Cinecittà del Sud, dappertutto si permette la circolazione di bus che costituiscono una delle fonti primarie di inquinamento, se non altro per la loro vetustà.

Ma restiamo all’auto elettrica: solo 25 esemplari venduti a privati nel corso del 2012, su un totale di 524 destinate prevalentemente ad aziende  e a noleggi. Autonomia limitata, prezzo elevato, tempi di ricarica lunghi, pochissimi o inesistenti punti di ricarica, scarsa tenuta del valore per un investimento importante, per non parlare delle prestazioni da giardino pubblico.

Nel corso del convegno sono emersi dati che, effettivamente, addebitano alla mobilità urbana la elevata percentuale di inquinamento, più del 70% delle emissioni di Co2 viene dagli spostamenti inferiori ai 50 Km, ma chi ci ha governato, e cerca ancora di farlo per i prossimi anni, parla, ora di una possibile “Tassa di congestione per le aree urbane” che si tradurrebbe nel pagamento dell’“occupazione del suolo”, proposta appunto del Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.

Mettiamo una tassa, restauriamo il carretto, da noi c’è una grande tradizione, teniamoci l’inquinamento, le auto blu, da Roma a Ragusa continuano a circolare, anche solo per portare carpette.

Basta solo fare proclami!

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