I MILLE VOLTI DELL’UOMO POLITICO

Chi è il politico? Dietro a tale figura si celano innumerevoli volti che si mostrano a seconda dell’uomo o della donna che intraprende questo mestiere o, come alcuni sostengono, questa missione. C’è chi interpreta questo ruolo studiando i testi delle leggi e osservando la realtà, i bisogni delle popolazioni, le loro risorse per soddisfare quei bisogni e cerca, quindi, di sintetizzare tutto ciò in leggi giuste per tutti gli uomini. Nel testo di Platone “Minosse”, Socrate, dopo aver asserito che la legge è sempre buona e giusta e pertanto va sempre rispettata, disserta su cosa sia la legge. Pare allora che il politico, essendo colui che partecipa alla formazione delle leggi debba avere la qualità di vedere, scoprire e dire la verità. L’uomo politico che facesse tutto ciò sarebbe, dunque, un filosofo. I suoi strumenti di lavoro sarebbero soprattutto gli studi, cercherebbe prima di tutto il controllo su se stesso, proverebbe di costruire sia il bene individuale che comune e lavorerebbe in modo continuato, cercando di conoscere i propri limiti.

Poi c’è un altro tipo di politico, tipico di questo periodo di Stati nazionali. Lo statista usa l’intelligenza per fare gli interessi ideologici di Stato e, quindi, la tutela degli interessi di chi in quel momento è rappresentato dallo Stato. Questi sono in numero maggiore, almeno sembra. Possiamo pensare a Cavour, Bismarck, Lenin ed altri. Il pragmatismo è il motore principale del loro agire.

Queste sono le due tipologie più importanti del “politico”. Accanto a queste c’è anche quello che sonnecchia tra i banchi di Montecitorio, ma quest’ultimo si commenta da solo. 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it