È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
I LUOGHI DI MONTALBANO
09 Mar 2017 18:19
Mentre il Commissario Montalbano televisivo raggiunge audience da finale dei Mondiali quando gioca l’Italia, regalando ai paesaggi ragusani una vetrina incomparabile; mentre si pensa a sfruttare l’onda televisiva per portare l’area iblea sul panorama internazionale della Fiera di Berlino, sull’edizione nazionale de La Repubblica viene pubblicata la lettera di un lettore che ha mostrato le meraviglie della Sicilia a un amico: da Ragusa Ibla a Siracusa a Modica a Ispica. In poche righe la rapida discesa dal paradiso delle promesse all’inferno della realtà: il manto stradale, una serie di voragini; per andare al castello di Donnafugata, un cartello all’inizio, poi nebbia; ad Ispica nessun monumento indicato; senza un’app, i cartelli turistici di Ragusa Ibla sono invisibili.
Da una certa prospettiva, le lamentele della lettera fanno il paio con i dati diffusi dall’Assessorato dei Beni Culturali di Regione Sicilia, secondo cui nel 2016 l’intera provincia di Ragusa ha incassato dalla fruizione dei beni culturali di cui è piena, appena 58.000 euro (in Regione, seconda solo a Caltanissetta).
La cosa grave è che si tratta di una lamentela ormai ricorrente, visto che appena tre mesi fa c’è stata un’altra protesta di una turista romana innervosita dalle condizioni del nostro museo archeologico, che aveva richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sulla condizione dei culturali iblei a seguito della provocazione del sovrintendente Calogero Rizzuto di chiuderlo piuttosto che tenerlo nello stato descritto dalla turista.
Quella provocazione aveva anche trovato il riscontro di operatori privati disponibili ad impegnarsi nella co-gestione del museo, senza maggior oneri per le casse pubbliche, applicando modelli di raccordo pubblico-privato già sperimentati in altre Regioni proprio nella gestione dei beni culturali.
Sono proposte semplici ed anche un po’ banali, così come lascia intendere lo stesso suggerimento del lettore de La Repubblica, che potrebbe essere colto dalle istituzioni competenti: perché non finanziare una start-up di giovani disoccupati che s’inventi una app che metta insieme indicazioni stradali, geolocalizzazione dei monumenti e informazioni turistiche?
Il vantaggio potrebbe essere doppio: promozione del turismo e contrasto della disoccupazione giovanile. Per progetti come questo, c’è anche il Programma di Garanzia Giovani, attivo dal primo maggio 2014 ed ora in fase di rifinanziamento. Semplice ed un po’ banale!
Gianni Bocchieri
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