I boss mafiosi contro reddito di cittadinanza: “Non si trovano più picciuttieddi…”

A quanto pare i giovani siciliani preferiscono stare a casa sul divano piuttosto che lavorare. E’ questa l’accusa finora fatta da molti imprenditori che non trovano soprattutto lavoratori stagionali. Ma a quanto pare non sono solo gli imprenditori a lamentarsi. Lo fanno anche i boss mafiosi palermitani di Porta Nuova che avrebbero fatto fatica a trovare “picciuttieddi”, ovvero bassa manovalanza da utilizzare per lo spaccio ma anche per altre attività illecite per colpa del reddito di cittadinanza.

Il dato emerge dall’operazione “Vento”, con la quale sono state fermate 18 persone dopo l’omicidio di Giuseppe Incontrera, ritenuto uno dei capi del clan e freddato con tre colpi di calibro 22 in via Imperatrice Costanza, alla Zisa, il 30 giugno. Nell’inchiesta – coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Giovanni Antoci, Luisa Bettiol e Gaspare Spedale – è proprio Incontrera a lamentarsi, in un’intercettazione del 27 febbraio del 2020, quando si sarebbe deciso di avviare una nuova piazza di spaccio al Capo.

Discutendo con Andrea Damiano, il boss ucciso diceva: “Al Capo non la possiamo fare una piazza nuova, Andrea… Ora vediamo a chi ci devo chiamare (omissis) a costo che gli mettiamo un picciuttieddu”. E commentava: “Uno in questo momento non gliel’avrei messo… Lo sai quanto incasso, 35 euro al giorno…”. 

“Con questa minchia di Cittadinanza, peggio è – esclavama Incontrera – minchia, perché quello già dice ‘io ho 1.200 al mese… che minchia vengo!'”. 

Tra i tanti difetti del reddito di cittadinanza, forse questo è uno dei pochi pregi che ci piace di più.

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