“HO SOGNATO UN MONDO SENZA CANCRO”

Alla Camera di Commercio di Ragusa, la presentazione del libro di Franco Mandelli, i cui proventi sono interamente dedicati all’Ail. Il Professore, ospite della sezione Ail provinciale, è stato accolto da una platea stracolma e ricca di rappresentati delle istituzioni locali: Provincia, Comune, Avis, Asp, GdF. Il giusto tributo per una persona illustre, che non si è mai risparmiata e che continua a portare avanti instancabilmente la ricerca e la lotta contro le leucemie.

Una vita intera dedicata a questa utopia: “un mondo senza cancro”. Una vita di sacrifici, di lavoro intenso, di battaglie non solo contro la malattia, ma contro le istituzioni, a volte troppo cieche e passive di fronte ai bisogni reali dei pazienti, contro le burocrazie, meccanismi in cui i sogni si possono infrangere, contro i ciarlatani, che si approfittano di momenti di sconforto offrendo vie più semplici. Una vita di successi professionali altissimi, ma soprattutto una vita dedicata ai malati, ai pazienti, sempre al centro delle attenzioni di questo luminare di fama internazionale o meglio, di questo grande uomo.

Franco Mandelli, professore ordinario fuori ruolo di Ematologia all’Università “La Sapienza”, dal 1979 al 2003 ha diretto a Roma il Centro Universitario di Ematologia del Policlinico Umberto I° da lui creato, composto oggi di reparti ospedalieri di ricovero per adulti e bambini, centro trapianti di midollo, day hospital, ambulatori, servizio per le malattie emorragiche e trombotiche, servizio di assistenza domiciliare, casa-alloggio per malati e loro parenti, pronto soccorso ematologico 24 ore su 24. E’ inoltre Presidente dell’AIL- Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma. Ha pubblicato oltre 750 lavori scientifici. Fra i numerosi premi e onorificenze si ricordano: nel 1987 il premio nazionale per l’oncologia dell’Accademia dei Lincei e la Medaglia d’oro al merito nel campo dell’Educazione, Arte e Cultura; nel 1993 il Presidente della Repubblica gli conferisce il titolo di Cavaliere di Gran Croce e nel 2003 la medaglia d’oro per meriti nel campo della sanità pubblica”; nel 2005 riceve dal Presidente della Repubblica una seconda medaglia d’oro come Presidente dell’ Associazione Italiana contro le Leucemie (AIL).

«Il mio libro parte con il racconto del mio Settantesimo compleanno – racconta il Professore –. Adesso ne ho molti di più, e penso con tenerezza a quel giorno che io non volevo festeggiare perché mi faceva sentire vecchio! Improvvisamente – continua Mandelli – mi chiamano in sala riunioni e, aprendo la porta mi vengono incontro tantissimi bambini…una festa a sorpresa organizzata da alcune persone del mio staff! La cosa che mi ha più commosso è che questi bambini, che io non conoscevo, non erano miei pazienti, bensì figli di persone che avevamo curato e che avevano potuto riacquistare una vita normale, felice. Quei bambini erano il futuro che, grazie ai nostri sforzi avevamo regalato a molti. Numerose mamme mi lasciarono dei messaggi intensi, pieni di amore e speranza. Da lì sono partito per tirare fuori le mie esperienze e trascriverle».

Sono racconti intensi, pieni di umanità e di passione, che lasciano veramente qualcosa a chiunque li legga. Un libro che è testimonianza di un percorso impervio ed ancora non concluso, pieno di successi ma anche di battaglie perse, un libro che, lungi da essere una pomposa autobiografia (scelta che si sarebbe potuta compiere), parla di donne e di uomini che hanno accompagnato il Prof. Mandelli lungo il percorso professionale. Un libro che commuove, è vero, ma che riesce a trasmettere quell’entusiasmo e quella voglia di fare che hanno determinato i successi del padre dell’ematologia italiana e che sono di sostegno ai giovani ricercatori italiani, stretti dalle morse dei tagli indiscriminati, ai malati di leucemia, che hanno bisogno di guardare al futuro con speranza, ai volontari Ail, che dedicano il proprio tempo affinchè gli uni possano avere i giusti fondi economici e gli altri possano vivere la malattia con le minori sofferenze possibili e che un giorno possano tornare alla vita normale, di tutti i giorni.

 

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