‘GROVIERA WAY’. QUANDO ALLA SCAFFA CI SI AFFEZZIONA

A tratti sembra di essere nei sobborghi di Beirut ma quando senti imprecare in dialetto un automobilista che finisce ‘dentro’ una buca ti rendi conto di dove sei realmente. Ragusa è una città bellissima che dopo l’ubriacatura della ‘grande di nuovo’ invoca normalità. Come uscire da casa senza doversi preoccupare di montare i cingoli al posto delle ruote, ad esempio.

Voragini, tombini saltati, rattoppi, asfalto distrutto. Si presentano così le strade del capoluogo, sempre più simili a trincee. L’inverno sta dimostrando, ancora una volta, che l’emergenza buche ha perso i connotati di allarme sporadico per assumere il carattere di criticità ormai cronica. Il manto stradale è distrutto in più punti e le buche, simili a voragini, costringono pedoni, motociclisti e automobilisti a veri e propri slalom pur di salvaguardare la propria integrità fisica.

Sia chiaro non stiamo scoprendo l’acqua calda, le buche esistono in tutte le città del mondo (Beirut rispetto a Ragusa forse meno). Ma chi si occupa della manutenzione del manto stradale non può e non deve limitarsi a rattoppare all’evenienza.

I cittadini non ne possono più. E protestano. A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, i residenti del centro storico. I primi, nuovi rattoppi si cominciano già a intravedere ma, in passato, questa soluzione si è rivelata spesso ancor più pericolosa del problema. Andrea, studente, spiega: “Le toppe di asfalto vengono sistemate con poca cura. Il manto stradale, così, risulta ancora più disconnesso e il rischio di caduta, per noi motociclisti, sale esponenzialmente”.

Ironico il commento di Giuseppe, pensionato e residente della zona Selvaggio: “Quando lavoravo in Australia abitavo in una via chiamata ‘gruviera way’ ed ogni mattina gli artigiani del posto esponevano i loro prodotti lattiero-caseari. Oggi mi affaccio dalla mia finestra e mi sembra di rivivere quei tempi, non per i forti odori ma perché le buche sparse davanti case mi ricordano il famoso formaggio”.

“Ma allora sig. Giuseppe che facciamo, rattoppiamo ?”

“Non permettetevi io quelle buche le ho viste ‘crescere’, mi sono affezionato”

Le buche del sig. Giuseppe sono ancora lì custodite con ironica gelosia a simboleggiare il graduale disfacimento del manto stradale. E probabilmente anche quello di Ragusa.

 

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