GRIDO D’ALLARME DEL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI COMMERCIALISTI

Trecentocinquanta professionisti. Impegnati al servizio dei magistrati presso le Procure ed i Tribunali di Ragusa e Modica. Professionisti che, nelle esecuzioni e nelle custodie giudiziarie, assumono la qualifica di pubblici ufficiali. E che per questo motivo hanno un’elevata responsabilità anche per il funzionamento dell’attività giudiziaria. Sono i numeri resi noti, ieri pomeriggio, durante il terzo corso di specializzazione per l’attività del custode giudiziario e professionista delegato nelle esecuzioni immobiliari promosso, nel capoluogo ibleo, dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili per la circoscrizione dei Tribunali di Ragusa e Modica. Su disposizione dei pubblici ministeri, i dottori commercialisti svolgono assistenza per le indagini su reati di particolare gravità e rilevanza sociale come l’usura ed il riciclaggio di denaro, vere e proprie metastasi che frenano lo sviluppo della nostra economia locale. “L’attività dei dottori commercialisti per le funzioni giudiziarie – ha ricordato il presidente dell’Ordine, Daniele Manenti – è un servizio civile a favore della collettività e chi sceglie tale impegno sa di mettere a repentaglio anche la propria incolumità.

I commercialisti, però, rimangono al servizio della giustizia, a Ragusa come a Modica”. Promosso dalla commissione di studio incarichi giudiziari dell’Ordine, presieduta da Claudio Castilletti, il corso annuale specialistico si è proposto l’intento di fornire delle linee guida per l’espletamento dell’incarico di professionista delegato e custode giudiziario nelle esecuzioni immobiliari. Numerosi i partecipanti. Oltre agli iscritti all’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, anche avvocati e notai. Di assoluto rilievo il livello dei relatori che hanno animato l’iniziativa. A cominciare da Concetta Marino, associato di Diritto processuale civile presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania. “L’effetto della riforma – ha spiegato Marino – vuole che il bene pignorato sia affidato nelle mani di un custode che inizialmente è il debitore e da un certo momento della procedura esecutiva diventa un soggetto terzo, estraneo alla stessa procedura esecutiva. Il custode ha molti compiti da espletare, funzioni nuove da svolgere, molti poteri per favorire la vendita giudiziaria del bene. Le riforme difficilmente soddisfano perché il nostro legislatore non sempre riesce a proporle complete.

In questo caso però sono state fornite, anche se in più momenti, risposte efficaci. La riforma può essere migliorata ma la migliore funzionalità dipende da chi applica le leggi oltre che dal custode il quale deve capire bene quali sono i suoi compiti e le sue funzioni e deve sapere svolgere con estremo senso di responsabilità la propria funzione”. Claudio Maggioni, giudice dell’esecuzione presso il Tribunale di Ragusa, ha posto l’accento sulla risposta in termini di efficienza che i professionisti che provvedono a gestire la fase successiva alle ordinanze di vendita e di custodia degli immobili sono in grado di garantire. “Se così non fosse – ha chiarito – i tempi si dilaterebbero, anche di anni. I circa centocinquanta iscritti nel nostro Tribunale assicurano, quindi, una risposta di efficienza anche rispetto ai tempi dell’economia”. Tra gli intervenuti anche Francesco Chiavegatti, giudice dell’esecuzione presso il Tribunale di Modica, Giuseppe Buscema, componente della commissione di studio  Incarichi giudiziari e Gianluca Montanini, amministratore delegato di “Astegiudiziarie in linea Spa”. Le conclusioni sono state tratte da Giovanna Scifo, componente della commissione di studio.

 

 

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