GREENPEACE: REPORT SULLA PRODUZIONE INTENSIVA DI MELE IN EUROPA

La frutticoltura in generale è quel settore dell’agricoltura europea che più si contraddistingue per l’utilizzo di sostanze chimiche. “Considerando che l’Europa è tra i produttori di punta e uno dei maggiori consumatori di mele a livello mondiale, e che le mele sono il frutto più diffuso nell’Europa, l’importanza di questo settore è evidente. Ma produrre il nostro cibo con un sistema che dipende fortemente dall’impiego di pesticidi chimici di sintesi non è senza implicazioni. L’agricoltura industriale ha un impatto diffuso: dalla contaminazione del suolo e delle acque agli effetti dannosi per le api e gli altri impollinatori, fino alle conseguenze per la salute degli agricoltori, delle loro famiglie e dei consumatori”.

Greenpeace ha presentato un rapporto in cui “denuncia il carico di tossicità legato alla produzione industriale di mele in Europa”.

In esso sono riportati i risultati di test su campioni di suolo e di acqua raccolti nei meleti di 12 Paesi europei. “Sono stati esaminati 49 campioni di suolo provenienti da meleti intensivi e 36 campioni di acqua  prelevati all’interno dei meleti stessi o nelle aree adiacenti, analizzati per verificare la presenza di residui di pesticidi. Su un totale di 85 campioni raccolti sono stati rilevati 53 pesticidi diversi: il 70% dei pesticidi individuati ha un’elevata tossicità per gli esseri umani o per l’ambiente (…) Più della metà (il 56%) del totale dei campioni raccolti di suolo e acqua conteneva almeno due pesticidi, mentre in cinque campioni sono stati trovati dieci o più sostanze diverse”.

Il più alto numero di pesticidi nel suolo è stato riscontrato in Italia (18 pesticidi in totale su tre campioni raccolti), seguita dal Belgio (15 pesticidi su tre campioni) e dalla Francia (13 pesticidi su sei campioni). Per quanto riguarda l’acqua, i valori maggiori sono stati registrati in Polonia (13 pesticidi su tre campioni), Slovacchia (12 pesticidi su tre campioni) e, di nuovo, Italia (10 pesticidi su due campioni)”.

Molti dei pesticidi rilevati sono altamente tossici per gli organismi acquatici. Uno dei pesticidi riscontrati nei campioni di suolo è altamente nocivo per i lombrichi; otto dei pesticidi individuati nei campioni di suolo o acqua vengono considerati altamente tossici per le api. Venti dei pesticidi individuati nei campioni sono ritenuti essere altamente persistenti nell’ambiente

In cinque campioni sono state rilevate concentrazioni di alcuni pesticidi superiori ai valori definiti negli Standard di Qualità Ambientale (SQA) dei contaminanti prioritari della Direttiva quadro europea sulle acque, e in due di questi – entrambi raccolti in Italia – le concentrazioni del clorpirifos etile superavano i livelli massimi previsti.

I pesticidi normalmente non si trovano nell’ambiente come singole sostanze isolate bensì come miscele. Sia gli habitat terrestri sia quelli acquatici potrebbero essere contaminati contemporaneamente da più sostanze o, più probabilmente, in seguito a successive applicazioni di pesticidi diversi nel corso di un breve periodo di tempo.

L’esposizione combinata (effetto cocktail) a più pesticidi può avere effetti imprevedibili rispetto a quelli dovuti all’esposizione a un singolo principio attivo. “In alcuni casi gli effetti legati alla combinazione di più pesticidi possono essere maggiori di quelli della somma delle singole sostanze. Ciò nonostante, le prove effettuate sui pesticidi durante il processo di autorizzazione vengono sempre eseguite sulla sostanza singola”.

Nel Report vengono anche illustrate una selezione di soluzioni sostenibili già sperimentate che permettono la produzione di frutta tramite nuovi approcci mirati a ridurre l’impiego dei pesticidi chimici.

(Fonte: Il gusto amaro della produzione intensiva di mele Un’analisi dei pesticidi nei meleti europei e di come soluzioni ecologiche possono fare la differenza)

 

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