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“Grazie a chi mi ha salvato”: parla il ragusano folgorato da un fulmine e rianimato tre volte
25 Ago 2025 15:05
Folgorato da un fulmine mentre era al lavoro e rianimato per tre volte. Ora accarezza moglie e figli nella quiete di casa, a pochi giorni dall’evento. Per Antonino Scanio, il 43enne ragusano che il 16 agosto è stato riportato in vita sul pontile di Marzamemi, sono i giorni del riposo e delle riflessioni. Ragusaoggi.it lo ha raggiunto al telefono.
Scanio, come sta?
“A parte la rottura del timpano sinistro, un occhio suturato e il dolore al torace, causato dalle manovre di rianimazione, sto benissimo. Certo, i movimenti del corpo sono lenti e i peli bruciacchiati sono lì a ricordare cos’è successo”.
Dunque, cosa ricorda?
“Da 17 anni lavoro alla Sikelia Sail, impresa che si occupa di escursioni nel mare di Marzamemi. Quel sabato non era una bella giornata, come altre durante l’estate. Avevamo annullato le uscite e nel primo pomeriggio eravamo in attesa del ritorno di un gommone, per cui mi sono incamminato sul pontile. Nulla lasciava presagire ciò che sarebbe successo, non c’era attività elettrica nei pressi. Poi un grande rumore, io mi tocco la parte sinistra del corpo e cado. Di qui, nessun ricordo”.
Secondo una prima ricostruzione, diverse persone hanno assistito alla scena. Scanio è stato subito soccorso da due fratelli, i quali capiscono che il cuore di Antonino si è fermato e con lucidità hanno praticato il primo massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Accorre una signora, che, fresca di un corso di prima emergenza, ha dato il cambio ai due uomini. Dopo pochi minuti è giunta una prima ambulanza, non medicalizzata. Richiesto un’altro mezzo attrezzato, nel frattempo è arrivato un medico dell’esercito in vacanza nella località a mare siracusana, rimasto anonimo, il quale ha coordinato i sanitari e dato manforte per riportare Scanio in vita, perché il suo cuore si è fermato ed è ripartito tre volte.
A tal proposito, il dottore Corrado Cugno, medico di Guardia di medica, ha scritto alla nostra redazione e ha precisato: “Per dovere di cronaca , per quanto riguarda il soccorso al signor Antonino folgorato dal fulmine , la prima ambulanza arrivata era medicalizzata dal medico della guerra medica di Pachino che con la prima squadra del 118 Sierra Papa 2 ha effettuato con successo le manovre rcp di rianimazione
Ci tenevo a precisare questa cosa visto che ne sono state dette di tutti i colori sulla qualità della sanità locale”.
Scanio riprende il suo racconto. “Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno rianimato e che mi hanno soccorso, in un modo o nell’altro. Lancio un appello al medico militare: ho il piacere di ringraziarlo di persona, perché anche a lui devo la vita!”
Quando si è risvegliato?
“In ospedale, nel reparto di Rianimazione dell’Umberto I di Siracusa. Intorno a me c’erano diversi medici e paramedici che mi hanno trattato con grande umanità e professionalità. Un sentito grazie anche a loro e ai colleghi di Cardiologia”.
Antonino Scanio è tornato a casa pochi giorni fa, coccolato dalla sua famiglia e dalle visite di parenti e amici.
Cosa lascia questa storia?
“Che nella vita nulla è scontato e che i rapporti umani sono il bene più prezioso che abbiamo. Io, in un certo senso, penso di avere incassato ciò che ho dato finora. Difficile dire cose scontate, che bisognerebbe vivere come se fosse l’ultimo giorno”.
E ora?
“Qualche altro giorno di riposo con i miei affetti e a contemplare la natura che mi circonda. Poi tornerò al lavoro”.
Sullo stesso pontile?
“Certamente, mi aspetta! E’ il lavoro che ho scelto 17 anni fa, il mare è la mia vita e non lo cambierei per null’altro”.
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