GRANDE SUCCESSO E COINVOLGIMENTO TOTALE DEL PUBBLICO AL CONCERTO DEI TALEH

Coinvolgente e suggestivo il concerto dei Talèh a Ragusa Ibla, nel teatro Donnafugata, il più piccolo d’Europa, che si è fatto grande per contenere i numerosi fan del gruppo, che, attraverso la musica popolare, ci fa conoscere la storia del nostro territorio, nella dialettica tipica ragusana, tra miti e leggende. Usanze e credenze prevenute a noi dai nostri avi, un ricco patrimonio che rischia di scomparire nel tempo, riti e superstizioni si fondono nella musicalità potente dei Talèh. Diceva Serafino Amabile Guastella che quando una civiltà prende il posto di un’altra, le credenze principali della civiltà spostata rimangono secondarie, e quando ne subentra una terza le credenze che rimangono in seconda linea non scompaiono, ma assumono un valore retrospettivo. Moti pregiudizi rimasero inalterati nel popolo degli iblei, dove erano tanti i ciarlatani e i fattucchieri che, con rituali magici o presunti tali, attingevano denari, con la pretesa di guarire da malattie vere e/o immagine, oppure, di suscitare discordie tra famiglie. Le formule contro il malocchio si tramandano anche la notte di San Paolo, essendo considerato uno dei più grandi “ciariuali”, uomini a cui il popolo attribuiva la capacità di guarire dai morsi dei serpenti, i quali considerati i diretti discendenti del Santo, alla stregua degli sciamani “cugghievano” (eliminavano) i “viermi” (vermi), e “u suli”(il sole), compiendo riti superstiziosi. Si diceva: “Cu nasci ri venniri nun cè iattura ca ci possa fari nenti”, (a chi nasce il venerdì nessuna fattura può fare del male). Il doppio concerto, che ha decantato le tradizione nostrane, è stato caratterizzato anche da momenti di teatralità, quando lo chef Carmelo Chiaramonte ha rivestito i panni del cuciniere-stregone per il brano “Scunciuru”(scongiuro), dove, con la regia di Vincenzo Cascone, ha preparato una “pozione” magica!  Il nuovo album “Mistera”, si avvale di molte collaborazioni, come quella con Guglielmo Tasca o con la Banda di Avola, che ieri sera hanno magistralmente divertito tutto il pubblico. Tra le collaborazioni ricordata anche quella con il poeta Pippo Di Noto che ha dato un grosso contributo alla redazione dei testi dell’album dedicato ai misteri, ai riti, all’esoterismo. Vincent Migliorisi, che è anche produttore del disco, ha evidenziato l’impegno creativo per la realizzazione del disco scritto e registrato in circa due anni, concentrato sul tema dell’esoterismo, della ritualità, dello sciamanesimo, realizzato anche attraverso la consultazione di testi e racconti inerenti soprattutto il territorio. Un’ altro brano molto apprezzato ieri sera, è stato quello ispirato dalla leggenda dei “Cento Pozzi”, contrada situata nell’immediata periferia di Ragusa, che pare sia nata da cento demoni, nonostante la zona fosse arida e dunque priva di acqua; qualcuno ha detto ai diavoli, usciti da un contenitore, che voleva tenerli a bada, spaventato da essi, di realizzare cento pozzi, pensando fosse impossibile. Ma i diavoli li realizzano e, ancora una volta, viene affidato loro il compito di costruire corde e secchi con la sabbia; una seconda versione narra che invece fu affidato ai diavoli la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Scale, che molto probabilmente, come spiega  Salvatore Dipasquale, nell’immaginario comune, essendo un edificio di epoca medievale, con i capitelli in pietra scolpiti e decorati, dove gli animali antropomorfi sembrano celare un mistero, alimentava a creare un alone di stranezza. Il concerto si chiude con il grande successo dei Talèh, “Ratapuntu”, e con un aperitivo, in chiave “magica e alchemica”! I Talèh sono composti da Salvatore Dipasquale (voce, marranzano), Gianni Guaastella (voce), Vincent Migliorisi (chitarre, mandolino, mandola, bouzouky, basso, percussioni, voce), Peppe Sarta (voce, fisarmonica), Andrea Chessari (tamburello, percussioni).

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