GLI STUDENTI DEL LICEO SCIENTIFICO ENRICO FERMI DI RAGUSA HANNO CONOSCIUTO DA VICINO LA TURCHIA

Un interessante progetto di partenariato bilaterale ha reso possibile uno scambio culturale tra Italia e Turchia. Grazie al programma Comenius è stato attivato il progetto “From common roots to a common future” che ha visto alcuni studenti del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Ragusa presenti ad Erzincan, in Turchia, ospitati della scuola Imkb Nevzat Ayaz Fen Lisesi. Ieri pomeriggio, nel corso di un incontro con la comunità scolastica del liceo, gli studenti assieme alle professoresse Giovanna Cascone (coordinatrice del progetto) e Tina Petrolito, hanno voluto condividere la propria esperienza con docenti e genitori esprimendo le proprie impressioni rispetto ad un Paese molto lontano e con una sua cultura ben differente dalla nostra pur se con alcuni punti in comune. La visita dei 14 studenti del liceo ragusano, che si è svolta dal 29 maggio al 10 giugno, rientrava nella seconda fase del progetto dal momento che lo scorso anno erano stati i ragazzi turchi a venire nel capoluogo ibleo. L’accoglienza riservata agli studenti italiani è stata davvero calda e affettuosa. Dal preside della scuola di Erzincan, ai genitori dei ragazzi, tutti hanno dimostrato un senso dell’ospitalità molto sentito e partecipe. Tra i ragazzi si è subito instaurato un rapporto di amicizia, rafforzato dagli scambi linguistici e dialettali. L’intenso programma di attività ha incluso anche la visita del territorio con varie sfumature affascinanti. I mercati di artigianato locale e di spezie, le escursioni nei canyon, la dimora del sultano e tanti altri scorci emozionanti e colorati hanno regalato la magia di una civiltà tanto complessa e misteriosa. Immancabile la visita alla moschea, dove gli studenti hanno provato l’esperienza della preghiera islamica, con le donne rigorosamente coperte con il velo. Tanti i profumi e i sapori nuovi e curiosi: dal thè e il pane, onnipresenti in tutte le tavole, ai peperoni proposti per colazione. Un mondo che si rinnova accostandosi all’occidente, come si nota dalla presenza dei centri commerciali, pur mantenendo intatte le proprie tradizioni. Come quella della pittura sull’acqua, un’antica tecnica pittorica che ha coinvolto insegnanti e studenti: si dipinge sull’acqua, e la pittura poi si deposita sul foglio che si immerge. “Ma sono stati soprattutto gli scambi a livello umano quelli che più sono rimasti impressi nei nostri cuori –  ha detto la professoressa Petrolito – Volti e sguardi che trasmettono delle storie, in particolare quelli delle donne che, dietro un’apparenza dimessa, nascondono fierezza e  carattere”. “Siamo stati accolti come persone di famiglia – ha spiegato la professoressa Cascone – Le persone del luogo facevano a gara per averci ospiti nelle loro case e ci circondavano di attenzioni. I ragazzi della scuola di Erzincan hanno voluto fare un regalo ad ognuno dei nostri studenti. Un popolo stupendo e generoso”. A conclusione, prima di ammirare la piccola esposizione su artigianato e dolci tipici curata dalle stesse accompagnatrici, è stato esposto il progetto unilaterale di scambio in cui sono interessate sette nazioni: Spagna, Portogallo, Turchia, Italia, Bulgaria, Romania e  Grecia, sul tema della differenze tra i due generi, maschile e femminile. Un’altra opportunità per abbattere sempre più le barriere che dividono popoli e culture. Gli studenti che hanno partecipato, delle terze e quarte classi di varie sezioni sono stati Ardagna Giuseppe, Cassarino Ilaria, Celestre Carla, Fichera Federica, Galia Antonio, Gentile Lorenzo, Iacono Francesca, Ialacqua Davide, Martorana Andree, Massari Francesca, Petrangelo Cristina, Salamone Tancredi, Vantaggiato Ludovica, Vona Paride Biagio. Un plauso a queste iniziative è venuto dal dirigente scolastico Francesco Musarra: “Queste esperienze, che  rimarranno indelebili nel processo di crescita, permettono ai nostri giovani di entrare in contatto con culture tanto lontane e sconosciute”. Ma che alla fine non sono così dissimili dalla nostra, come dimostrano certe assonanza linguistiche apprese sul luogo, non ultima la canzone-tormentone del viaggio in Turchia, che i ragazzi hanno voluto simpaticamente riproporre anche durante la manifestazione: il  ritornello “scaccia scaccia” suona curiosamente molto simile a un termine decisamente tipico del nostro dialetto.

 

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