È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
GLI SCHIAVI DI OGGI
13 Mag 2013 20:07
Sono bambini, bambine e adolescenti lavoratori di Asia, Africa e America Latina, provenienti dalla campagna e dalle città, dove realizzano diversi lavori come: lustrascarpe, domestici in casa di terzi, agricoltori, riciclatori, operai all’interno delle fabbriche, nel commercio, come venditori ambulanti, all’interno delle case dove quotidianamente svolgono faccende domestiche. Allo stesso tempo con le proprie organizzazioni stanno realizzando e dando impulso a forme di lavoro degno che consente loro di proporre alla società una economia giusta e solidaria.
Valorizzano il loro lavoro e lo considerano un diritto umano importante per il loro sviluppo come persone. Sono contro ogni forma di sfruttamento e allo stesso modo rifiutano tutto ciò che attenta alla loro integrità fisica e morale. È il lavoro a permettergli di resistere con dignità al modello economico e politico oppressivo che li criminalizza e li esclude, peggiorando sempre più le loro condizioni di vita e quelle delle loro famiglie e comunità.
Le parti coinvolte dei movimenti sociali un esempio, il Movimento Mondiale di Bambini, Bambine e Adolescenti Lavoratori organizzati di Asia, Africa e America Latina, che lottano per un mondo degno e giusto, desiderano influire nei processi decisionali, lottare contro le causa della povertà e per il pieno riconoscimento di tutti i loro diritti e dei loro valori culturali e sono contro ogni forma di discriminazione. Vogliono rendere possibile la felicità di una infanzia che cammina insieme agli adulti e insieme alla società in generale, per fare di questo mondo una grande casa alla portata di tutti e tutte.
Rifiutano tutte le misure che ci impone l’attuale sistema neoliberale, che impoverisce i nostri paesi, privatizzando servizi fondamentali come la salute, l’educazione, la ricreazione, e che distrugge le nostre culture. Inoltre rifiutano i grandi monopoli che vedono i bambini e le bambine come consumatori e non come una forza viva di trasformazione della società. Rifiutano tutte le guerre e le aggressioni che nel mondo causano la morte e la sofferenza di milioni di bambini e bambine; e sono anche preoccupati per il deterioramento della condizione ambientale.
Ripudiano la partecipazione a azioni che attentano la dignità e alla vita come valore supremo. Vogliono che gli adulti li vedano come persone, attori sociali importanti nella costruzione di un pianeta libero da ogni aggressione, perché li considerano messaggeri della speranza e della dignità.
In occasione dell’86° conferenza dell’ILO, Kailash Satyarthi, un ingegnere indiano che da anni si dedica al problema dei bambini sfruttati, ha lanciato l’idea di una marcia mondiale contro lo sfruttamento minorile.
È nata così la Global March che, partita il 16 aprile 1997 anniversario dell’assassinio di Iqbal Mashi, ha attraversato 107 paesi del mondo, Italia compresa, per concludersi il 4 giugno 1998 a Ginevra presso la sede dell’ILO. In tale occasione, i partner della Global March – 144 paesi – hanno deciso di lanciare un movimento con lo stesso nome, Global March against Child Labour, a livello mondiale che avesse come obiettivo più immediato l’applicazione delle Convenzioni ILO, percorso che ha avuto un momento importante a Firenze il 13 maggio 2004 con un “Congresso Mondiale dei Bambini”.
Nel mondo un bambino su sei è sfruttato: potremmo citare gli esempi dei bambini indiani schiavi per debiti, dei restavek di Haiti, dei bambini di strada del Brasile o dei bambini che chiedono l’elemosina agli angoli delle nostre strade.
Ci sono milioni di esempi perché nel mondo ci sono almeno 246 milioni di bambini sfruttati: la maggior parte di questi non andrà mai a scuola.
Molti bambini ce l’hanno fatta! Sono riusciti a uscire dallo sfruttamento con l’aiuto di numerosi soggetti impegnati contro questa piaga.
Tante sono state le promesse dei Governi per togliere i bambini dallo sfruttamento e permettere loro l’accesso all’istruzione; purtroppo, in pochi hanno tenuto fede agli impegni assunti.
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