GLI SCHIAVI DI OGGI

 Sono bambini, bambine e adolescenti lavora­tori di Asia, Africa e America Latina, provenienti dalla campagna e dalle città, dove realizzano diversi lavori come: lustrascarpe, domestici in casa di terzi, agricoltori, riciclatori, operai all’interno delle fabbriche, nel commercio, come venditori am­bulanti, all’interno delle case dove quotidianamente svolgono faccende domestiche. Allo stesso tempo con le proprie organizzazioni stanno realiz­zando e dando impulso a forme di lavoro degno che consente loro di proporre alla società una economia giusta e solidaria.

Valorizzano il loro lavoro e lo considerano un diritto umano importante per il loro sviluppo come persone. Sono contro ogni forma di sfruttamento e allo stesso modo rifiutano tutto ciò che attenta alla loro integrità fisica e morale. È il lavoro a permettergli di resistere con dignità al modello economico e politico oppressivo che li criminalizza e li esclude, peggiorando sempre più le loro condizioni di vita e quelle delle loro famiglie e comunità.

Le parti coinvolte dei movimenti sociali un esempio, il Movimento Mondiale di Bambini, Bambine e Adolescenti Lavoratori or­ganizzati di Asia, Africa e America Latina,   che lottano per un mondo degno e giusto, de­siderano influire nei processi decisionali, lottare contro le causa della povertà e per il pieno riconoscimento di tutti i loro diritti e dei loro valori culturali e sono contro ogni forma di discriminazione. Vogliono rendere possibile la felicità di una infanzia che cammina insieme agli adulti e insieme alla società in generale, per fare di questo mondo una grande casa alla portata di tutti e tutte.

Rifiutano tutte le misure che ci impone l’attuale sistema neoliberale, che im­poverisce i nostri paesi, privatizzando servizi fondamentali come la salute, l’edu­cazione, la ricreazione, e che distrugge le nostre culture. Inoltre rifiutano i grandi monopoli che vedono i bambini e le bambine come consumatori e non come una forza viva di trasformazione della società. Rifiutano tutte le guerre e le aggressio­ni che nel mondo causano la morte e la sofferenza di milioni di bambini e bambine; e sono anche preoccupati per il deterioramento della condizione ambientale.

Ripudiano la partecipazione a azioni che attentano la dignità e alla vita come valore supremo. Vogliono che gli adulti li vedano come persone, attori so­ciali importanti nella costruzione di un pianeta libero da ogni aggressione, perché li considerano messaggeri della speranza e della dignità.

In occasione dell’86° conferenza dell’ILO, Kailash Satyarthi, un ingegnere indiano che da anni si dedica al problema dei bambini sfruttati, ha lanciato l’idea di una marcia mondiale contro lo sfruttamento minorile.

È nata così la Global March che, partita il 16 aprile 1997 anniversario dell’as­sassinio di Iqbal Mashi, ha attraversato 107 paesi del mondo, Italia compresa, per concludersi il 4 giugno 1998 a Ginevra presso la sede dell’ILO. In tale oc­casione, i partner della Global March – 144 paesi – hanno deciso di lanciare un movimento con lo stesso nome, Global March against Child Labour, a livello mondiale che avesse come obiettivo più immediato l’applicazione delle Conven­zioni ILO, percorso che ha avuto un momento importante a Firenze il 13 maggio 2004 con un “Congresso Mondiale dei Bambini”.

Nel mondo un bambino su sei è sfruttato: potremmo citare gli esempi dei bambini indiani schiavi per debiti, dei restavek di Haiti, dei bambini di strada del Brasile o dei bambini che chiedono l’elemosina agli angoli delle nostre stra­de.

Ci sono milioni di esempi perché nel mondo ci sono almeno 246 milioni di bambini sfruttati: la maggior parte di questi non andrà mai a scuola.

Molti bambini ce l’hanno fatta! Sono riusciti a uscire dallo sfruttamento con l’aiuto di numerosi soggetti impegnati contro questa piaga.

Tante sono state le promesse dei Governi per togliere i bambini dallo sfrut­tamento e permettere loro l’accesso all’istruzione; purtroppo, in pochi hanno tenuto fede agli impegni assunti.

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