È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
Gli italiani? Con il lockdown, mangiano più cibi di qualità e locali. Niente confort food. L’indagine
30 Apr 2020 13:46
Come sono cambiati gli acquisti alimentari e i comportamenti degli italiani durante la quarantena? Lo ha chiesto a un campione di 1.000 italiani Nomisma, società di ricerche di mercato, che in collaborazione con CRIF, ha avviato l’Osservatorio “Lockdown. Come e perché sta cambiando le nostre vite”, un’indagine che per almeno 12 settimane terrà monitorata la situazione nazionale.
In generale si registra un diffuso e condiviso peggioramento della condizione psicologica e fisica, così come per quella economica.
Interessante, invece, il piano dell’alimentazione. Com’è cambiato il nostro carrello della spesa? Complici diversi fattori (aumento del tempo e delle occasioni per preparare il cibo a casa e l’offerta dei prodotti sugli scaffali) le abitudini gastronomiche delle famiglie si sono modificate.
Si è registrato un aumento (40%) di acquisiti di “ingredienti”, il più noto quello di farine e lieviti. In ascesa anche i prodotti a lunga conservazione, i surgelati, i multipack e i prodotti pronti.
In generale, c’è stata una riscoperta per gli alimenti locali, la filiera corta e il made in Italy, complice anche la volontà di sostenere le produzioni nazionali e alcune associazioni che invogliano a consumare prodotti della propria regione, come succede in Sicilia con la campagna “io mangio siciliano”.
Nonostante il periodo difficile gli italiani sembra non si siano gettati sul comfort food, ma invece a guidare la loro spesa di quasi il 50% dei cittadini sono stati i temi della salute e del benessere.
Speriamo non si tratti di cambiamenti transitori, che finiranno una volta finta la quarantena.
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