GLI INCONTRI PER LA XXI GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

E’ una nuova patologia. Di quelle striscianti. Che interessa tutte quelle figure caricate da una duplice fonte di stress. Oltre a quello personale anche quello della persona aiutata. Una patologia che colpisce i medici e le altre figure sanitarie, compresi volontari e studenti, gli addetti ai servizi di emergenza, tra cui poliziotti e vigili del fuoco, per non parlare di psicologi, psichiatri e assistenti sociali, sacerdoti e religiosi (in particolare se in missione), insegnanti ed educatori, avvocati e ricercatori. Stiamo parlando del “burnout” (in inglese significa bruciarsi) che sarà al centro del secondo appuntamento tra quelli previsti dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute nel calendario di iniziative in programma per la XXI Giornata mondiale del malato. Giovedì 7 febbraio, alle 16, nel salone parrocchiale della chiesa Preziosissimo sangue, in via Ettore Fieramosca a Ragusa, la questione sarà affrontata dagli esperti. Dopo l’introduzione del direttore dell’Ufficio diocesano, don Giorgio Occhipinti, interverranno Santi Benincasa dell’istituto superiore di Scienze cognitive di Enna, e Rosa Giaquinta, vice presidente della Società italiana di medicina generale di Ragusa. Entrambi sono componenti della Consulta dell’ufficio per la Pastorale della salute. “Il burnout – dice don Occhipinti – è una patologia dei giorni nostri. Se non opportunamente trattati, i soggetti colpiti cominciano a sviluppare un lento processo di “logoramento” o “decadenza” psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato. In tali condizioni può anche succedere che questi soggetti si facciano un carico eccessivo delle problematiche delle persone a cui badano, non riuscendo così più a discernere tra la propria vita e la loro. Il burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento spesso improntato al cinismo e un sentimento di ridotta realizzazione personale. Il soggetto tende a sfuggire l’ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando con entusiasmo ed interesse sempre minori, a provare frustrazione e insoddisfazione, nonché una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi. Il burnout si accompagna spesso ad un deterioramento del benessere fisico, a sintomi psicosomatici come l’insonnia e psicologici come la depressione. I disagi si avvertono dapprima nel campo professionale, ma poi vengono con facilità trasportati sul piano personale: l’abuso di alcol, di sostanze psicoattive ed il rischio di suicidio sono elevati nei soggetti affetti da tale patologia. Cercheremo di fare il punto per quanto concerne la realtà iblea e, soprattutto, proveremo ad indicare le soluzioni. Fornendo le chiavi, a chi non le ha, per cercare un aiuto e farsi curare”. 

 

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