Gli impianti eolici off-shore utili alla transizione energetica

Lo ha detto nelle settimane scorse, è tornata a ribadirlo ora. Semmai ce ne fosse bisogno. Gli impianti eolici sono strumenti fondamentali nel percorso per la decarbonizzazione e per la transizione energetica nel mondo. E’ la tesi di Legambiente Sicilia che, per rafforzarla, fa ricorso ai cambiamenti climatici causa di danni negli ultimi tempi, uno dei quali quello del ciclone Medicane Helios del 9 e 10 febbraio scorsi nella Sicilia sud-orientale.

“Le barricate alzate in alcuni territori contro questi progetti non faranno altro che ostacolare un percorso giusto e necessario – afferma Legambiente – non era mai successo, prima dell’era del riscaldamento globale, che si formasse nel Mediterraneo un ciclone simil-tropicale nel mese di febbraio, ma l’arrivo di correnti artiche russe su un mare ancora tiepido, memore dell’anno 2022 bollente, il più caldo della storia, ha lasciato tanta energia sullo Stretto di Sicilia, a disposizione del ciclone nordafricano per compiere la transizione a uragano mediterraneo che in 48 ore ha scaricato a terra tanta acqua quanto ne cade in 6 mesi; stime ancora provvisorie parlano di 12 milioni di euro di danni”.

Bombe d’acqua, uragani, nubifragi, frane ed incendi sempre più frequenti.

I cittadini debbono interrogarsi e le istituzioni prendere le misure per mitigare i rischi. “Senza la realizzazione, in tempi rapidi, dei grandi impianti ad energia rinnovabili, non avremo fatto la nostra parte per evitare il ripetersi e l’aggravarsi di eventi catastrofici. In questo contesto l’energia eolica, soprattutto con i nuovi parchi offshore, giocherà un ruolo trainante per tutte le rinnovabili. I 214 aerogeneratori previsti nel canale di Sicilia tra isola delle Correnti e Scicli produrranno ogni anno una quantità di energia elettrica pari a quella necessaria all’intera regione, sia alle famiglie che a tutte le attività produttive, contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 e la dipendenza energetica dall’estero”. 

I dati forniti da Legambiente Sicilia. 

Nell’isola da questa fonte si producono già 3.393,9 GWh di energia elettrica, il 20 per cento del totale regionale ed il 55 per cento di tutta l’energia pulita siciliana (i dati sono di TERNA riferiti al 2021), e la potenzialità è di 4700 GWh con una stima di 6765 occupati al 2030 (fonte ANEV); secondo il PNIEC, poi, l’eolico dovrà contribuire con 41,5 Twh al fabbisogno nazionale al 2030. Nonostante queste evidenze c’è chi annuncia le barricate contro gli impianti eolici offshore di fronte la costa iblea al di fuori delle acque territoriali ad una distanza tra i 25 e i 45 km, per supposti danni paesaggistici o alla pesca. Anche personalità che da sempre hanno contrastato i piani paesaggistici e alle quali non ha dato mai fastidio la piattaforma Vega A con la petroliera serbatoio Leonis ancorata a 22 km dalla costa con tutti i rischi di inquinamento del mare.

Vigilare per portare sul territorio progetti credibili e guardare a misure compensative. 

 “Piuttosto che contributi in denaro ai comuni sul modello delle royalties, andrebbero privilegiate altre forme di intervento da parte delle imprese dell’offshore eolico, come la partecipazione ed il cofinanziamento di comunità energetiche rinnovabili nei comuni attraversati dai cavidotti terrestri, la fornitura di idrogeno verde per i convogli ferroviari operanti sulle linee idonee, o la partecipazione alla trasformazione del parco mezzi del trasporto pubblico locale con veicoli 100 per cento elettrici. Gli impianti eolici offshore al largo delle coste siciliane vanno fatti, perché il contributo che darà nei prossimi anni l’energia prodotta da questi grandi parchi sarà fondamentale per la transizione energetica nel percorso verso la riduzione prima e l’azzeramento poi delle emissioni climalteranti degli impianti industriali italiani e siciliani. – dichiarano Giuseppe Alfieri e Anita Astuto, rispettivamente presidente e responsabile Energia e Clima di Legambiente Sicilia – le barricate alzate ed i freni tirati da certe amministrazioni comunali sono incomprensibili”. 

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