GLI EMENDAMENTI DEL CONSIGLIO NON STRAVOLGONO LE LINEE GUIDA DELL’A.C.

Le osservazioni al Piano Paestico approvate dal Consiglio comunale di Modica non aprono la strada a nessuna indiscriminata edificazione delle nostre zone rurali, ma semplicemente propongono un adeguamento dei vincoli alle esigenze reali dello sviluppo economico così come sono emerse da una esatta ricognizione degli insediamenti produttivi presenti sul territorio. È bene chiarire che questa linea guida indicata dall’Amministrazione comunale, tradotta nel lavoro della Commissione consiliare speciale e dell’Ufficio tecnico, non è stata in alcun modo stravolta dagli emendamenti proposti legittimamente nel corso dei lavori consiliari: le modifiche approvate non hanno ampliato l’operatività delle censure già predisposte dall’Amministrazione Comunale ma ne hanno solo perfezionato il livello tecnico.

Abbiamo riaffermato la necessità di un Piano Paesistico che tuteli il paesaggio, ma dobbiamo avere chiaro che questo paesaggio non è da intendersi nell’accezione bucolica (quale era nella formazione del 1939), bensì come la sintesi dell’azione di fattori naturali ed umani, che richiede per legge una ricognizione del territorio al fine dell’individuazione delle sue caratteristiche, ivi comprese quelle produttive: questo in funzione di uno “sviluppo sostenibile”, cioè di uno sviluppo che contemperi legittime aspettative ambientali, sociali ed economiche, tutte ovviamente pari ordinate tra loro., L’Amministrazione, tramite il lavoro dell’Ufficio Tecnico Comunale, si è preoccupata di dare esatta contezza di ciò che è oggi il nostro territorio, con un complesso lavoro cartografico che individua e rappresenta graficamente tutti gli insediamenti produttivi esistenti. Da tale ricognizione, trascurata dal pianificatore regionale, hanno preso le mosse le osservazioni, dirette unicamente a riparametrare il Piano paesistico senza comprometterne le esigenze di tutela. Se il lavoro dell’Amministrazione sul Piano paesistico ha riportato il consenso della maggioranza dei consiglieri è proprio perché è stato ritenuto adeguato e consono agli interessi del nostro territorio.

Per fugare ogni dubbio circa il fatto che le osservazioni finali non privilegiano alcuna ulteriore edificazione delle campagne modicane, va chiarito che il problema non è l’edificazione in zona agricola, già limitata da leggi, ma la parificazione sempre e comunque a zona agricola prevista nel Piano (art.20) del territorio toccato dai livelli di tutela 2 e 3 (praticamente oltre 2/3 di quello provinciale), indipendentemente dal fatto che nella pianificazione comunale siano previste destinazioni diverse: ciò che si propone con le osservazioni è che nelle zone di livello di tutela 2 e 3 che nella pianificazione comunale abbiano destinazione diversa da quella agricola, gli immobili debbano avere caratteri architettonici ed ambientali conformi a quelli concordati con la Soprintendenza in relazione al paesaggio locale.

In ragione di una tutela del territorio che non è solo tutela dell’ambiente, ma anche dello sviluppo sociale ed economico, basta citare il caso del Polo avicolo: il Piano paesistico, nella sua stesura originaria, comporterebbe l’obbligatorio diniego alle autorizzazioni edilizie senza le quali le aziende perderebbero i finanziamenti e le agevolazioni previste dai piani di sviluppo regionali.

E voglio ricordare innanzitutto a coloro che nello stesso centrosinistra si sono dimostrati critici nei confronti della nostra impostazione alle osservazioni al Piano, che tutelare queste attività produttive, significa tutelare innanzitutto i lavoratori che vi trovano sostentamento: e mi pare che debba essere questa una preoccupazione di un centrosinistra moderno e riformista, che si possa dire davvero vicino ai problemi di chi lavora.

Ritengo peraltro che proprio la materia urbanistica non debba essere terreno di aprioristiche contrapposizioni politiche, che su argomenti ed atti destinati ad incidere sul nostro territorio per lustri si possa e debba ricercare una proficua sintesi: ci si confronti su opzioni concrete e tecniche,  approfondendone il merito, senza cavalcare ideologie fini a se stesse, ma tenendo conto di tutte le osservazioni rispondenti all’interesse generale, catalizzando il massimo se non l’unanime consenso su scelte che certamente supereranno la vita del nostro attuale mandato politico. (r.m.)

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