GIUSTIZIA, LIBERTA’, DEMOCRAZIA

La scorsa settimana abbiamo parlato di democrazia e internet. Ne abbiamo parlato in maniera del tutto positiva perché siamo convinti che il binomio internet democrazia offre grandi possibilità di apertura negli spazi di libertà dell’umanità.

Abbiamo però anche il dovere di evidenziarne i limiti. Internet e la democrazia sono degli strumenti, non sono dei valori. Come tutti gli strumenti possono essere utilizzati in maniera positiva e anche negativa. Un coltello che si utilizza tutti i giorni per cucinare o pranzare può essere utilizzato per uccidere; così come un’automobile che tutti usano ogni giorno per spostarsi, imbottita di tritolo, diventa un micidiale strumento terroristico.

Internet ha rivoluzionato il modo di comunicare dell’intera umanità e, potenzialmente, può trasformare il mondo intero nella piccola agorà che nelle città dell’antica Grecia riuniva tutti i cittadini per deliberare sulla politica della comunità. Ma può veicolare, con la stessa velocità, truffe, delitti e mistificazioni.

La democrazia (letteralmente “potere del popolo”) in effetti è un compromesso tra un sistema assoluto e un sistema in cui tutti i cittadini possono esprimere la loro opinione, come avveniva nelle piccole comunità dell’antichità. E’ il miglior compromesso possibile che, finora, è riuscito ad esprimere il mondo occidentale ma, nella realtà, funziona bene nelle società di antica tradizione “democratica” come i paesi nordici, l’Inghilterra, gli Stati uniti, mentre spesso si inceppa in altri paesi della cultura occidentale: in Grecia ha permesso l’accesso al potere della dittatura dei colonnelli, in Cile la dittatura di Pinochet, in Italia la nascita del fascismo e, ora, si è pressoché bloccata con il regime attuale.

Essendo la democrazia un’istituzione espressa dalla cultura occidentale illuministica, non sempre è facilmente esportabile in società che hanno culture e tradizioni diverse dalle nostre. E per questo motivo sono sempre clamorosamente falliti i tentativi di farlo, talvolta anche per il malcelato motivo di occupare economicamente dei territori a mezzo di governi fantoccio.

Fermo restando che il sistema democratico può sempre essere migliorato, anche con l’uso delle tecnologie telematiche di cui abbiamo parlato, ribadiamo che esso è uno strumento che va difeso strenuamente, almeno fino a quando non se ne trova uno migliore.

Il problema è un altro. Spesso, nel pensare comune, si pensa che difendere la democrazia sia sinonimo di “progressismo”. Ciò accade sempre più spesso da quando con la caduta del muro di Berlino e l’emarginazione delle ideologie del secolo scorso, ci si è convinti che tutti siamo uguali e che non c’è più grande differenza tra destra e sinistra: tutti siamo antifascisti, tutti siamo per la democrazia, le regole dell’economia sono regole scientifiche e, quindi, alla fine uno vale l’altro.

Ora il fatto che le ideologie sono state messe da parte è un fatto positivo perché in passato spesso erano occasione di inutili e dannose divisioni. Ma i valori che stavano dietro le ideologie sono ancora alla base di una grande civiltà. La differenza tra sinistra e destra, tra progressisti e conservatori c’è, e come!

La giustizia sociale e la libertà sono i grandi valori che accomunano tutto il popolo progressista. E sono un binomio inscindibile. Perché la giustizia sociale senza la libertà (tutte le libertà) provoca i guasti dei regimi comunisti che tutti abbiamo avuto sotto gli occhi. Mentre la libertà senza giustizia sociale diventa la libertà dei pochi che possono permettersi di difendere i propri diritti perché hanno soldi e potere per farlo. Non per niente il Popolo della libertà parla solo di libertà e non anche di giustizia sociale; e tutti sappiamo alla libertà di chi si riferisce.

Difendiamo la democrazia per difendere la giustizia e la libertà di tutti!

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