È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
GIOVANNI XXIII
27 Ago 2014 06:45
In occasione della ricorrenza del 50° anniversario dell’apertura della Prima Sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II si sono affollati nella mia mente i ricordi di quegli anni bellissimi in cui abbiamo assistito al disgelo tra USA e URSS, grazie a Kennnedy e Krusciov, in cui la cultura alta e quella popolare parlavano la stessa lingua della speranza, dopo il lungo, tragico periodo della guerra e del dopoguerra. Gli anni di Giovanni XXIII ,il primo Papa la cui elezione ci è sta raccontata dalla televisione.
Il 28 Ottobre del 1958 ,dopo tre papi dall’aspetto severo ed ieratico, si presentava alla loggia di S. Pietro un uomo che pochi conoscevamo, dal volto sorridente, dall’aspetto bonario di un parroco di campagna. Ben presto apprendevamo che era di origini contadine, che aveva alle spalle tre significative esperienze diplomatiche in Bulgaria, in Turchia e in Francia, e la prestigiosa esperienza pastorale del patriarcato di Venezia.
Parlava con un dolce accento veneto,usando parole accessibili a tutti, anche se era un uomo di grande cultura, uno studioso di Storia della Chiesa. Giovane sacerdote era stato sospettato di modernismo.
Già all’inizio del pontificato metteva l’accento sul suo ruolo di Vescovo di Roma, visitando le parrocchie, i bambini negli ospedali, i carcerati. Fu il primo Papa, dopo il 1870, ad uscire da Roma per un pellegrinaggio in treno a Loreto ed Assisi.
Da lui imparammo parole e concetti nuovi : dialogo, fratelli separati, distinguere tra l’errante e l’errore,i segni dei tempi, la chiesa dei poveri
Nominò 57 nuovi cardinali, tra cui, cosa inedita, un vescovo africano. La presenza europea nel collegio cardinalizio scendeva così al 70%.
Il 25 Gennaio del 1959,al termine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nella basilica di S. Paolo fuor le mura, annunciò la volontà di convocare un Concilio Ecumenico, cogliendo di sorpresa i cardinali di curia.
Del Concilio Giovanni XIII rivendica la presidenza ma intende coinvolgere tutte le strutture della Chiesa per ascoltarne le istanze. Vengono chiamati come osservatori gli ortodossi e i protestanti.
Dal Concilio, secondo Roncalli, dovrebbe emergere una chiesa capace di studiare e presentare l’antica dottrina “attraverso le forme dell’indagine e della formulazione letteraria del pensiero moderno.” E questo ancora non è una realtà!
Fin dall’inizio si presentano dei problemi: gli schemi preparati dalla Curia Romana non vengono accettati dall’assemblea. Viene affidato a Montini il compito di mediare tra la curia e la maggioranza degli episcopati.
La prima sessione si chiude solennemente,dopo quasi due mesi, nel giorno dell’Immacolata Concezione.
E’ molto interessante leggere queste affermazioni di papa Roncalli “..in un consesso così vasto serviva tempo per arrivare a intese su ciò che era stato motivo di divergenze” “Il mio ruolo era quello di far salpare la nave” .
Confiderà ai suoi familiari che il Concilio aveva compreso la sua missione nell’ultima quindicina della sessione, quando, sotto la spinta dei cardinali Suenes, Montini e Lercaro, “aveva risolto di condividere l’angoscia degli uomini d’oggi e di portare la luce del Cristo sui grandi problemi della fame , della guerra, dell’odio razziale, del disprezzo della vita, dell’esplosione demografica.”
Mi dà molto fastidio il fatto che Giovanni XXIII sia chiamato “il papa buono”, come se gli altri pontefici non meritino questo titolo o come se, sotto questo termine si voglia nascondere un giudizio di ingenuità. In effetti i titoli che gli si attagliano sono quelli di santo e di grande per cultura e spirito profetico.
Oggi quanti lo ricordano dicono di rimpiangerlo. Ma durante il suo pontificato è, come i suoi predecessori e i suoi successori, fatto oggetto di aspre critiche.
Un papa che suscita grande affetto nella gente semplice con i suoi discorsi talora improvvisati come quello della “carezza ai vostri bambini”, che incontra, per la prima volta nella storia della Chiesa di Roma, il primate della Chiesa Anglicana , e non ha esitazioni a ricevere in Vaticano il genero di Krusciov ,scandalizza e turba non pochi uomini di Chiesa.
Prende le distanze dal coinvolgimento dell’episcopato e del clero italiano nelle questioni partitiche. La destra lo attacca duramente definendolo, nel migliore dei casi, il papa comunista.
Le sue encicliche “Mater et magistra” sulla dottrina sociale della Chiesa e “Pacem in terris”, per la prima volta indirizzata a tutti gli uomini di buona volontà e non solo ai cattolici, sono dei capisaldi nella storia della chiesa del ventesimo secolo.
Giovanni XXIII, nell’Ottobre del 1962, salva l’Umanità dal rischio di una guerra nucleare. Mentre le navi dell’Unione Sovietica sono dirette a Cuba con i missili da istallare nell’isola, costringendo così gli USA a reagire, il Papa prepara un documento da trasmettere via radio a Krusciov, il quale, quando gli viene letto il messaggio, fa dare l’ordine alle navi di invertire la rotta.
L’11 Maggio 1963 Giovanni XXIII riceve nella sala regia del Vaticano il premio Balzan per la pace. L’indomani è festeggiato con altri premiati al Quirinale .
In quegli stessi giorni cominciano a circolare voci sulla gravità del suo stato di salute. La diagnosi, circondata dal massimo riserbo, è di tumore allo stomaco.
La sua agonia è seguita con commossa attenzione dal mondo intero e da una folla radunata in Piazza S. Pietro. Muore al tramonto del 3 Giugno 1963.
Gli anni successivi dimostrano che all’autentica interpretazione della figura di questo Papa, del suo Magistero e dello stesso Concilio, da lui fermamente voluto, hanno nociuto sia i suoi detrattori (si pensi allo scisma lefrevbriano) che tanti suoi superficiali sostenitori che gli hanno attribuito idee, programmi ed intenti che non erano i suoi.
Dopo un lungo processo, in cui sono stati ascoltati centinaia di testimoni che avevano conosciuto Angelo Giuseppe Roncalli nelle varie fasi della sua vita, viene proclamato beato da Giovanni Paolo II il 3 Settembre 2000.
E’ stato canonizzato da Papa Francesco, insieme con Giovanni Paolo II, il 27 Aprile 2014.
E’ il secondo papa del XX secolo proclamato santo, dopo Pio X, che era stato anche lui patriarca di Venezia.
Il suo corpo, composto in un urna di cristallo, riposa nella Basilica di S. Pietro.
Laura Barone
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