È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
GIOVANNI MANENTI: “IL MIO SUCCESSORE DEVE ESSERE SCALTRO”
06 Lug 2010 20:16
Presento le mie dimissioni dalla carica di coordinatore cittadino del Movimento per le autonomie del comune di Pozzallo. Mi sento responsabile in prima persona, non essendo stato in grado di capire per tempo le reali intenzioni di alcuni membri del movimento, probabilmente presi da mire personali piuttosto che dalla voglia di lavorare in gruppo per far crescere il movimento intorno ad un’idea di autonomia da sviluppare su base comunale, provinciale e regionale. Mi auguro che il mio successore sia più scaltro di me nel fiutare determinate dinamiche e che riesca a strutturare meglio il Movimento per le autonomie a Pozzallo “. Ringrazio chi in questi mesi mi ha sostenuto credendo nella possibilità di una politica diversa, un po’ ingenua e immatura forse, ma sicuramente priva di secondi fini e lontana da interessi personali. Di sicuro non potevo fornire un sostegno al buio o limitarmi a ratificare scelte altrui. In questi mesi nessuno degli amministratori mi ha contattato per mettermi al corrente dell’indirizzo politico che si intendeva perseguire, dei criteri utilizzati per assegnare degli incarichi politici. Ecco perché ho cominciato a dialogare con gli altri interlocutori politici al fine di sondare qual’era all’esterno la rappresentazione del nostro movimento e il giudizio complessivo sulla gestione amministrativa. Senza retorica, mi preme comunque sottolineare che stavo lavorando in silenzio per un movimento dell’accoglienza, del confronto aperto per un partito in grado di esercitare un’ autocritica costruttiva da utilizzare come antidoto all’ arroccamento, al parlarsi addosso, contro l’obbedienza cieca e serva reclamata dalla cattiva politica. Un partito in grado di sedurre, di convincere le persone che si sono e si stanno allontanando – perché deluse, svilite ed offese – a partecipare con lo sguardo rivolto al futuro, in un’epoca di passioni tristi. Stiamo assistendo ad un’ emorragia dell’appartenenza, della solidarietà umana, del rispetto reciproco. Ho percepito sin da subito nel nostro movimento un tasso elevatissimo di violenza verbale e non verbale che ci danneggia all’interno ed all’esterno. Stavo lavorando insieme ad alcuni componenti del movimento per la manutenzione della democrazia partecipativa in un tempo in cui i partiti rischiano di diventare delle tifoserie, delle associazioni di supporter in adorazione di un presunto capo. Io credo ancora fortemente nel progetto dell’autonomia e soprattutto nella necessità di pronunciare a testa alta la parola autonomia, riaffermando la cultura del popolo autonomista. Continuerò quindi a dare il mio contributo costruttivo, manifestando talvolta anche il dissenso argomentato rispetto a scelte che reputo distanti dalla cultura autonomista a cui mi sento di appartenere; e rivendicando sempre il sacrosanto diritto di dire la verità al potere nelle sue mutevoli incarnazioni. Mi congedo dalla carica di coordinatore cittadino con una frase di Piero Calamandrei che di questi tempi sarebbe bene imparare a memoria: la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.
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