GIOVANNI AVOLA RISPONDE A TOMMASO FONTE

Torno in modo diretto, ad esplicitare alcune considerazioni sollecitate dalla nota stampa di Tommaso Fonte che, visti gli argomenti e i toni usati,  non credo sia nell’agenda delle cose di cui la pubblica opinione senta la necessità di leggere . Ma non posso, per quello che sono e che rappresento, esimermi dal replicare ad un’ accusa che non riguarda me, ma la CGIL nel suo complesso atteso che ci si accusa di attentare alla libertà di opinione e di critica dove, invece, all’interno del sindacato, quella libertà, è universalmente riconosciuta come elementare esercizio di democrazia quotidiana. Che questa accusa, vestita artatamente da atto intimidatorio per creare attenzione e tensione in chi legge, sia una bufala è nelle cose. La nostra richiesta risarcitoria doverosa e legittima, questo è quello che indigna e inquieta, nei confronti di un ex segretario generale dell’organizzazione, è dettata dal ricorso alla denigrazione e all’insulto nei confronti di un’organizzazione che quotidianamente si spende per mantenere e valorizzare il compito per quale è nata e si è sviluppata negli anni. Non possiamo consentire a nessuno di sottoporci alla furia belluina di chi, messo opportunamente alla porta, cerca di danneggiare, tentando di strappare brandelli di credibilità, il sindacato per il quale si è stati al servizio per diversi anni ! Il giudizio è già nelle cose. Tommaso Fonte storicamente costituisce oggi uno dei casi più anomali che si siano mai registrati all’interno della CGIL a tutte le latitudini. Come non evidenziare la sua scomposta reazione successiva alla mancata elezione a deputato regionale e al diniego rispetto a sue pretese di poter ricoprire comunque un “incarico” all’interno dell’organizzazione per non tornare a lavorare nelle ferrovie. Oggi non tutti sanno che lo stesso Fonte, mesi addietro, ha notificato a questo segretario generale un atto di citazione per ottenere il risarcimento (per danni all’immagine come si  trattasse di una star) per l’importo di cinquanta mila euro e la signora Romina Licciardi  (ormai i loro destini sindacali e professionali si intrecciano e si annodano in questa vicenda come se si trattasse di un caso unico) di duecento cinquantamila euro per un risarcimento legato ad una tentata violenza peraltro mai denunciata agli organi inquirenti. Mi sia consentito, infine, illustrare altre due brevi riflessioni. La CGIL conta su un nutrito staff di avvocati. L’avv. Nello Sallemi è tra questi e si è sempre occupato assieme all’Avv. Croce di Palermo, in modo esclusivo, della gestione processuale della signora Licciardi. La pratica risarcitoria in danno del Fonte è stata sottoscritta dallo stesso avv. Sallemi e dall’avv. Antonio Giannone, collaboratore di quello studio e della CGIL da diversi anni, trattandosi di pratica e persona diversa. Porre centrale la questione che quest’ultimo professionista sia stato l’ex marito della Licciardi,  supera ogni limite di strumentalizzazione e di pubblica decenza: ignorare la foresta e vedere la piantina. L’altra riflessione rientra nella oggettività delle cose. La pubblica opinione non credo sia interessata ancora a questa telenovela che dimostra come la ricerca di una pubblicità sia a beneficio di due persone il cui operato, invece, sarà valutato solo dai giudici di merito. Ritengo che agli organi di informazione bisogna, oggi, dare indicazioni che pongano al centro le grandi questioni economiche e sociali che investono il territorio e la provincia. Penso che insieme, ognuno per la propria parte, debba fornire alla pubblica opinione ciò che veramente interessa e che sta a cuore: lavoro, tutela dei diritti e progresso sociale.  Il Segretario Generale Giovanni Avola.

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