È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE
08 Mar 2012 06:52
Può sembrare un vecchio slogan ed invece, stando almeno alle indagini che spesso vengono svolte, si tratta della verità. Sono tantissime, infatti, le donne che, spinte da innumerevoli ragioni, le più differenti si dedicano al volontariato, impegnandosi con lo stesso entusiasmo in parrocchia così come in organizzazioni di volontariato, senza risparmiarsi in fatto di impegno, competenze e disponibilità personale.
Certamente si i tratta di una realtà, forse, ancora troppo poco valorizzata: in questi tempi in cui sembra emergere sempre più la tendenza all’individualismo, al non porre attenzione agli altri – soprattutto ai più deboli -, al non assumersi responsabilità nei confronti delle persone che abbiamo vicino, c’è invece chi si mette in gioco in prima persona e gratuitamente.
Il volontariato trasmette la consapevolezza che laddove esiste la debolezza di qualcuno c’è
invece la responsabilità di qualcun altro. Il volontariato, quello gratuito, svolto per una libera scelta senza secondi fini, senza pregiudizi e senza retribuzione (i tre volti della gratuità che non è solo un fatto economico, ma soprattutto valoriale e spirituale) richiede alcune qualità forti: la capacità di saper ascoltare, la capacità di saper accogliere, la capacità di saper “resistere” nel tempo, di prendersi cura della persona nella sua interezza (gli aspetti biologici, sociali, affettivi, relazionali, spirituali). La donna va dritta al punto, sa cogliere il particolare senza tralasciare il quadro generale: anzi riesce a dare concretezza ai problemi dei singoli, soprattutto coloro che fanno parte delle fasce deboli, collocandoli nel giusto contesto generale di una maggiore equità e solidarietà sociale. Il volontariato rappresenta, oggi, la forma più diffusa di impegno pubblico. Molto più estesa ed apprezzata, stando alle statistiche, dell’impegno politico e di quello sindacale.
Il volontariato non è solo un “fatto sociale”, ma anche un’esperienza, che è insieme individuale e collettiva. “fare volontariato” costituisce – prima ancora che un fatto visibile e di dominio pubblico – un’esperienza personale e associativa, che riguarda il volontario sia come individuo, sia come appartenente al gruppo di persone che condividono con lui tale scelta (gli altri volontari, le persone che fruiscono della sua attività: qualcosa di strettamente personale, ma anche socialmente condiviso.
Dieci anni di volontariato (accanto agli anziani malati che spesso solo lasciati soli e che spesso vivono in condizioni di precarietà; vicino ai genitori di bambini affetti da patologie croniche ) me lo hanno non solo insegnato, ma soprattutto me lo confermano ogni giorno.
La politica, invece, agli occhi di molte donne appare ancora così distante dal loro quotidiano.
Spesso si dice che la politica ha bisogno delle donne: per quanti questa frase è un’affermazione e per quanti invece resta ancora un interrogativo?
Da un sondaggio svolto nel luglio del 2006 è emerso che a livello mondiale le donne costituivano meno del 17% di tutti i parlamentari, un rapporto di circa 1 a 6: un andamento questo che prevede una parità di genere nei parlamenti nazionali che potrà essere raggiunta non prima del 2068.
Tra l’altro, oggi, la crisi della politica – che è sotto gli occhi di tutti – è la crisi non dei partiti ma del senso della politica: i costi della politica, le strategie per fondare nuovi partiti anziché per ricondurre la politica all’unico suo vero senso di esistere – il bene comune – sarebbe meno drammatica se vi fossero più donne là dove si decide.
Nella nostra realtà locale il risultato è disarmante. Basta guardarsi intorno. Al Consiglio Provinciale di Ragusa le donne elette sono state solo due e, soltanto, una è stata nominata assessore.
Non cambia la sostanza al Consiglio Comunale: tre elette ed una sola assessore.
Questa diffusa e drammatica sfiducia nella politica rende ancora più difficile la possibilità di aumentare il numero delle donne in politica: la donna non ci sta ai giochi di potere, la donna si scontra di più sui valori, pensa meno alle strategie.
Al contrario il volontariato è stato ed è “donna” un impegno fatto sempre con onore e con splendidi risultati.
La nostra provincia iblea, ha una straordinaria realtà che vede al vertice delle più importanti Associazioni di volontariato le donne che, giorno dopo giorno, scandiscono la propria vita con azioni concrete e mirate a sostegno dei più deboli.
Perché in politica l’altra metà del cielo non riesce ad affermarsi?
© Riproduzione riservata