GIANNELLI E GRANDIS SPIEGANO IL PROGETTO

“Non è una manifestazione a sfondo religioso. Ma si utilizzano i santi come aggregazioni su cui la società ragusana s’identifica. Quindi si parla delle identificazioni sociali. Attraverso i “santi” s’intende affrontare l’argomento con i vertici delle scienze e delle arti”. Annapaola Giannelli e Sonia Grandis, ideatrici del ciclo “Mito/Mania” che ha aperto i battenti domenica scorsa e che proseguirà sino a sabato 24 settembre, chiariscono le ragioni di un progetto che intende “affrontare e declinare il conflitto sociale individuo-gruppo in cui l’individuo si sente non sempre accolto dalla comunità”.

Giannelli e Grandis dell’associazione Pergamo sottolineano che Ragusa “non è solo campagna e masserie ma anche città mineraria, città industriale, città d’arte (barocca), città degli organi nelle chiese (ce ne sono più di 7), città delle biblioteche (pubbliche e private). Questo, però, non emerge a livello sociale, anzi le miniere, l’industria, gli organi e il barocco hanno esponenti super specializzati che sono conosciuti ai pochi cultori e non ai più. Da un po’ di tempo Ragusa ha lasciato andare le sue industrie minerarie, il suo barocco e la sua “musica”. Tutto è andato perso e sfilacciato. Ci si deve chiedere se questo non appartenga alla fatica di reggere le “diversità” che vengono negate”. La scelta di tenere le conversazioni nell’auditorium di San Rocco, a Ragusa Ibla, non è stata casuale. “E’ un quartiere che sta in mezzo tra le due parrocchie dei Santi Giorgio e Giovanni – aggiungono – una posizione che metaforicamente consente di avere un altro sguardo sulla comunità ragusana, declinata attraverso gli usi e le consuetudini, i rapporti politici e sociali raccontate dai tanti relatori chiamati a parlare in questa manifestazione culturale. Così la manifestazione attiva un’altra visione della città, parlando dalla città stessa, in una posizione che pone lo sguardo dal basso (gruppo sociale limitrofo) all’alto (gruppo sociale dominante). La ragusanità, di cui tanto si parla, pensiamo non possa passare solo per i luoghi comuni del nostro sentire ma debba essere indagata attraverso le arti e le scienze, affinché si possa attivare un pensiero nuovo che veda individuo e gruppo dialogare”.

Domani, mercoledì 21 settembre, il terzo appuntamento sempre nell’auditorium della chiesa di San Rocco. Alle 17,30, si confronteranno su “sangiorgiari” e “sangiovannari”, Renato Meli, sociologo e biblioteconomo della Sovrintendenza di Ragusa (“Gli archivi di San Giovanni Battista e San Giorgio: memoria e futuro”), Olga Cellentani, psicoterapeuta del Sipp di Ravenna (“San Giorgio, il drago e l’ombra”), don Mario Cascone, docente di Teologia morale dell’istituto Teologico San Paolo di Catania (“Il culto a San Giovanni e a San Giorgio tra fede e religiosità popolare”), Carmelo Mezzasalma, poeta, scrittore, fondatore della comunità di San Leonino (“La santità come anima del luogo”). A moderare i lavori l’archeologo Saverio Scerra. Sempre domani, in serata, alle 20,30, nella chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, il concerto per organo dello stesso Carmelo Mezzasalma.

Intanto l’associazione Pergamo promuove una “mostra fotografica estemporanea” che sarà allestita in diversi luoghi della città sul tema “Ragusa vista con gli occhi di San Giovanni e San Giorgio”. L’appuntamento è per il 22, 23 e 24 settembre. Chiunque, liberamente, potrà attaccare a un filo o su una bacheca una propria foto. Non ci sono limitazioni di formati e tipo di carta: basta indicare sul retro il proprio nome e cognome. Le estemporanee sono organizzate nei seguenti punti: Bar Dipasquale, Libreria Saltatempo, Ottica Spoto, Libreria Paolino. L’obiettivo è far sì che la città parli alla città. Inoltre, l’auditorium di San Rocco ospita la mostra di Salvo Barone sulla “Storia di San Giorgio cavaliere”.

 

 

 

 

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