GENETLIACO DI UN SECOLO DEL CAV. ADOLFO CROCE

Il 25 settembre 2013 il cav. Adolfo Croce ha compiuto un secolo. Ragusano, membro di una numerosa famiglia, il padre era dipendente del Comune e suonava la tromba nella banda musicale. Il nonno Michele, invece, era un artigiano e lavorava artisticamente il ferro, lo si può vedere ancora oggi a Palazzo Zacco, dato che le ringhiere dei balconi le ha forgiate lui. La madre morì giovane, di conseguenza anche al piccolo Adolfo fu costretto a lavorare per aiutare il mantenimento la famiglia.

All’epoca, Ragusa era una piccola città, non aveva uffici pubblici e non era ancora un capoluogo. Non esistevano acquedotti e l’acqua veniva distribuita per strada. Nel 1920, con l’avvento del fascismo, si accesero speranze di miglioramento.

A 18 anni fu chiamato alle armi, prima come servizio di leva a Udine e poi inviato  in Africa, nella conquista delle colonie. A Gondar (Etiopia) vi rimase 11 anni di cui 4 prigioniero degli inglesi (il dodicesimo e ultimo trascorso a Liverpool). Finalmente, tornato in patria, fu assunto alla Direzione Provinciale del Tesoro di Brescia. Lì, visse molti anni e ebbe modo di conoscere molte personalità industriali e politici, ma anche molti conterranei in cerca di lavoro e il card. Montini, poi diventato Paolo VI.

Dal 1971 è in pensione. Vive da solo dopo la morte della moglie Francesca, sua compagna di vita per 63 anni. Ha un figlio, che gli è molto vicino, lo segue là dove ha bisogno, ma il signor Adolfo ama essere indipendente, sale e scende le scale snobbando l’ascensore e si circonda delle sue amate piante. Gli è rimasto l’hobby della caccia. Aveva anche quello delle motociclette e delle macchine, ma adesso non può più guidare, non perché non se la senta, semplicemente, data l’età, non ha più la patente. Va ancora volentieri in campagna.

Un uomo molto carismatico.

Ha chiesto di festeggiare il suo genetliaco nel Museo Civico “L’Italia in Africa 1885-1960”, perché è sempre molto legato ai suoi ricordi degli anni trascorsi in Etiopia, ed è stato accontentato.

Il Sindaco Federico Piccitto, lo ha festeggiato consegnandogli una targa ricordo e, assieme al direttore del museo, Mario Nobile gli ha donato due libri  di cui è autore: Ragusa 1928-1938 Immagini di una città in crescita e Al di sopra delle aquile Ragusa 2 gennaio 1927 – Retroscena e documenti inediti sulla nascita della provincia, nei quali il cavalier Adolfo Croce può ritrovare gli eventi e i cambiamenti avvenuti nella sua  amata città, lungo il secolo che ha vissuto.

Credo di fare cosa gradita, aggiungere gli auguri di RagusaOggi e concludo con una bella frase, che il figlio mi ha citato riferendosi ai centenari: Grandi e belli come alberi di carrubo. Con i frutti che puntano verso il mare quando il sole ti acceca come stelle di un’onda.

 

Nella galleria fotografica, le due foto scattate nel museo, sono della  giornalista Tiziana Blanco le altre di Mario Nobile e Salvo Croce che ringrazio molto della loro cortesia.

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