Gare truccate nella Sanità siciliana, on. Dipasquale: “È questa l’eredità che Schifani intende portare avanti?”


svgImg Facebook svgImg WhatsApp svgImg Twitter

La Guardia di Finanza di Palermo ha eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 10 persone, una finita in carcere, 4 ai domiciliari e 5 destinatarie di obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria nell’ambito di una indagine su un giro di tangenti per centinaia di migliaia di euro e gare truccate per 700 milioni in alcune aziende sanitarie siciliane.

Per tre soggetti è stata disposta la misura interdittiva di un anno. Gli indagati sono accusati a vario titolo di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro di oltre 700 mila euro che sarebbe il prezzo della corruzione, e, a carico di 3 società, il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per un anno. Le indagini sono la prosecuzione dell’inchiesta denominata “Sorella Sanità”, che, a maggio del 2020, ha portato all’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 13 persone, tra i quali i manager dell’Asp di Trapani e Palermo, già processati e condannati in primo grado. Le indagini hanno accertato nuove ipotesi di corruzione e di turbativa relative ad altre gare pubbliche in ambito sanitario.

“I siciliani hanno appreso oggi dell’arresto di alcuni soggetti per un giro di mazzette finalizzato all’aggiudicazione di appalti nella Sanità siciliana: è questa l’opera di buon governo lasciata in eredità a Schifani dal precedente governo e che il presidente si è detto convinto di voler proseguire? Speriamo proprio di no”.

Così l’on. Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico, commenta la notizia odierna sull’esito dell’indagine “Sorella Sanità 2” condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria-Gruppo Tutela Spesa Pubblica del comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo.
“Mentre continuano le indagini da parte degli organi competenti, dalle quali emergono scandali e irregolarità che si aggiungono agli scandali e alle irregolarità già emersi in altre attività di inchiesta negli ultimi cinque anni sulla Sanità Siciliana – aggiunge l’esponente dem – i cittadini siciliani sono ancora costretti a ore e ore di attesa nei pronto soccorso, non riescono a prenotare una TAC o una visita specialistica, le liste di attesa per gli interventi si allungano.

Questa è la realtà, drammatica, del sistema Salute della Regione Siciliana. Eppure è passato appena un mese da quando a pochi giorni dal voto, durante l’evento “Il diritto alla salute dei siciliani” organizzato dall’ex assessore alla Sanità, Schifani diceva d’essere orgoglioso di “ereditare questo buon governo”. Sinceramente ci auguriamo che ci sia una decisa inversione di tendenza”.


“Pretendiamo – dice ancora Dipasquale – che questo “modello” di governo finisca, che vengano nominati manager capaci, che chi governa sappia prendersi le proprie responsabilità. Pretendiamo – conclude – che la Sanità in Sicilia possa tornare a essere degna di un Paese civile e che cessino gli scandali e gli affari”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it