È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
FUGA DAL DOLORE: LA TOSSICODIPENDENZA
24 Lug 2013 18:21
In questa prima puntata facciamo riferimento alla canzone di Neffa e Fabri Fibra, “Panico”, perché ricco di elementi che riconducono alla condizione in cui si trova chi vive la tossicodipendenza, utilizzo quindi il testo perché consente di toccare con mano il logorio interiore che coinvolge chi, travolto da un profondo dolore dell’anima, fa ricorso all’uso di sostanze, dalla cannabis alla cocaina, acidi, eroina, con l’illusione di raggiungere finalmente uno stato di benessere. Il titolo, “Panico”, mostra qual è il primo passo, cioè il passo con cui parte il processo. Il testo dice: “Preso dal panico…. cerchi di uccidere quello che hai dentro te”, cioè “cerchi di annullare un insopportabile dolore”, quindi dice: “Fermati un attimo, perché se poi vai giù forse non torni più”, qui c’è un ammonimento, il testo mette in guardia dalle conseguenze della tossicodipendenza (“non torni più” perché arrivi giù fino al punto di non ritorno, cioè la morte). La parte che segue è piena di altri importanti riferimenti, la testa viene paragonata “a un mare in tempesta”, è questo lo stato in cui si trova chi si stordisce con la cannabis, con l’eroina, con la cocaina, il mare in tempesta sono i tanti pensieri disorientanti fatti di relazioni strane e incomprensibili. “Il mercato è costipato non esce nulla” questo punto fa riferimento alla necessità costante di trovare la roba, al bisogno incalzante di avere la sostanza da mandare la cervello per sedarlo. Quindi prosegue dicendo “i soldi diventano debiti”, qua c’è il riferimento alla necessità pressante di sostanza tanto da ridursi a far debiti pur di averla. Più avanti vengono messi in risalto due grossi problemi che si associano alla tossicodipendenza “Il timore di non farcela”, cioè un’autostima molto debole, la paura di non essere all’altezza, associata alla fuga dagli impegni (studio, lavoro, famiglia) e la difficoltà a reggere il dolore delle relazione finite male “lei che ti ama e dopo un po’ ti disprezza”. Metto in evidenza un altro paio di cose molto rilevanti prese dal testo: “tu la chiami bianca io la chiamo paura, e l’ho provata uscendone accecato non l’ho cercata è lei che mi ha trovato, è stato un cataclisma, testa divisa come la parola tagliata”, “bianca” sta per cocaina, Fabri Fibra dice: “io la chiamo paura”, perché è la paura che lo porta a usarla, i suoi effetti sono un cataclisma, la testa divisa. Molto bello il messaggio finale: “impara dagli sbagli, io ne ho fatti mille e certe cose posso dirle a te che sei preso dal panico” quindi parte il ritornello che invita chi sta facendo uso di sostanze a “fermarsi un attimo, perché se continua rischia di non fare più ritorno, di bruciare per sempre la sua vita”.
Dott.ssa Sabrina D’Amanti psicologa e psicoterapeuta
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Studio di psicoterapia a Vittoria e Ragusa
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