FU DA SEMPRE CONCORDIA O DISCORDIA?

 “Un teatro,una storia: il teatro della Concordia di Ragusa”, tutto in un libro che iniziato dall’autrice, Rosanna Bocchieri, già nel 1997, su commissione dell’ex Amministrazione Chessari, ha visto  la luce, dietro  liberatoria dell’attuale Giunta Piccitto,   con la presentazione nel salone conferenze di viale del Fante.  Presenti lo psicologo Sandro Vero, esperto dei linguaggi, l’autrice ed un folto pubblico tra cui molti esponenti dell’Associazione San Giovanni e della Rete Civica Pro Concordia.  Il dottor Vero ha sottolineato la necessità di un teatro per Ragusa a condizione che avvenga attraverso una valutazione serena e nello stesso tempo veloce. “Il testo di Rosanna Bocchieri- ha poi aggiunto- è un tuffo nel passato che ci permette di recuperare la dimensione della quotidianità . Molto interessanti, a mio avviso, le scansioni dei diversi passaggi del teatro”. Ed il libro è veramente dal punto di vista storico un tuffo nella memoria della città, del popolo ragusano e delle  famiglie più in vista che parteciparono all’attività del teatro grazie al grande valore che queste dettero alla Cultura. Il teatro Concordia arrivò ad ospitare grandi nomi tra cui Totò e pare che i testi arrivassero da Marsiglia e attraverso Malta venissero recapitati a Scoglitti. Le scene del Concordia nel 1913 furono calcate dalla compagnia del cavaliere Zannini che si esibì con ben dieci recite tra cui “L’Amleto”, “Cyrano de Bergerac” ed altre. Ma il teatro Concordia che già dal 1931 smise di chiamarsi tale per assumere il nome di  “Teatro Comunale” ebbe  negli anni varie destinazioni tra cui quella di luogo per feste da ballo,il cui ricavato veniva devoluto agli orfani di guerra; nel ’31 fu declassato a cinematografo. E se si pensa alla querelle che qualche anno dopo il dottor Emanuele Schininà impiantò con il comune, ci si può rendere conto che già d’allora  mai nome “Concordia” fu così “Discordia”. Il problema allora come adesso, pare,  stava nelle  uscite di sicurezza  per le quali si era aperto il muro dietro il palcoscenico verso la proprietà dello Schininà che ne chiese- scrive l’autrice-” l’immediata chiusura della comunicazione”. Dalla nota a tergo poi leggiamo: ”Dal palcoscenico, mediante la nuova apertura si passava in un cavedio, da questo nella sagrestia della chiesetta di San Pietro, facente parte del palazzo Schininà”( ingresso Corso Italia ed ora attuale Banco di Sicilia). L’attore Pasquale Spadola, presente in sala, ha sottolineato che anche oggi  esiste il problema delle uscite di sicurezza : “Non ci sono i requisiti- ha insistito Spadola-  affinchè il Concordia diventi teatro . Le uniche uscite di sicurezza dal palcoscenico andrebbero a sboccare nel cortile dell’Hotel Badia( ancora in Corso Italia dunque) . La colpa è di chi ha venduto all’epoca il retropalco a chi poi vi ha costruito un palazzo”.   Di parere differente molti altri tra cui l’onorevole Franco Antoci, che ha voluto anche sottolineare come per il completamento del teatro basterebbero meno di 1000 euro; il dottor Carmelo Arezzo, che ha ribadito il suo perenne impegno affinchè questo teatro venga restituito alla comunità i cui giovani attualmente soffrono per la mancanza di un luogo idoneo alle loro espressioni artistiche;  il senatore Gianni Battaglia che ha ricordato come il milione e 400 euro destinato dal Ministero al Comune  per  un teatro, dovrà essere restituito allo Stato nel caso in cui questo non venga realizzato; lo storico Giorgio Veninata che ricordando alcuni episodi del passato legati al “Concordia”, ha voluto sottolineare l’importanza del teatro quale punto d’incontro della comunità auspicando, da studioso, che possa essere al più presto restaurato se non altro per le somme già spese. Il libro della Bocchieri, dunque, è stato una ulteriore occasione di riflessione sul teatro Concordia che  al di là dei  pro e dei  contro farà ancora  parlare di sé il 6 febbraio nei locali della Soprintendenza . Questa volta a parlare saranno anche le carte, ovvero le relazioni tecniche che l’architetto Aldo Baldo  presenterà anche al Comune, invitato all’incontro organizzato dall’Associazione San Giovanni e dalla Rete Civica Pro Concordia. La partita è ancora aperta ma intanto godiamoci il bel libro della Bocchieri, uno spaccato di storia che tutti dovremmo conoscere. E la prefazione di  Manuel Giliberti così come la postfazione di Mario Mattia Giorgetti, ne invogliano la lettura  poiché entrambi i registi ne riconoscono il pregio sia come ricerca che come idea capace di risvegliare nella città un movimento di idee legate al bisogno di un teatro.

 

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