FROM RAGUSA TO SAO PAOLO

Non mancavano le occasioni per intervistare Rosario Cannata, detto, alla ragusana maniera Saro. L’amicizia è di lunga data, ma i suoi brevi e fitti di impegni, ritorni a Ragusa mi hanno sempre spinta a posticipare. È finita che abbiam dovuto sopperire con un intenso scambio di epistole cibernetiche.

Saro, per fortuna, è disponibilissimo e, anzi, abbondantemente ciarliero. Ma lo è stato sempre così, le parole, di qualsivoglia argomento si disquisisse, non gli sono mai mancate. E neanche il tono sicuro e la leggerezza che non ti fa pesare alcuna discussione.

Classe ’84, ragusanissimo, nel 2003 si trasferisce a Milano per iniziare l’avventura Bocconiana.

Alla Bocconi, infatti, si laurea prima alla triennale e poi alla specialistica.

Milano è solo la prima di una lunghissima serie di viaggi, scambi e confronti.

Iniziata la specialistica, volevo fare un’esperienza diversa, volevo fare un semestre di scambio  all’estero. Da sempre mi affascinava l’America Latina, quindi, la mia prima scelta è stata Caracas. La reazione degli amici è stata di stupore. Non si raccapezzolavano sui motivi della scelta: perché non New York? Caracas non ti fa curriculum. Non è mancata neanche la resistenza da parte della famiglia, anche perché, due sere prima della partenza è uscito il famoso servizio delle Iene che presentava la città come la più pericolosa al mondo.

Alla fine sono partito ed è stata un’esperienza fantastica. Ho seguito un semestre  di un corso MBA, ho conosciuto persone fantastiche e la meravigliosa terra venezuelana.”

Dunque, un’esperienza bellissima in un paese meraviglioso, ma come la mettiamo con la politica di Chavez?

“La dittatura chavista era nel periodo più pesante. Ho visto tanta sofferenza e amici dover lasciare il proprio paese. Dopo aver dato le materie sarei dovuto tornare in Italia, ma volevo continuare a scoprire l’America Latina. Sentivo che ero al posto giusto nel momento giusto. Sono stato scelto per uno stage alla camera di commercio italiana di Santo Domingo e una nuova avventura è iniziata!”

Lavoro, lavoro, solo lavoro?

“sono stati mesi molto duri, tra lavoro, progetti, rum bachata e merengue …”

Dopo lo stage sei dovuto tornare per la laurea …

si, ho scritto una tesi sul Project Finance, che praticamente è quello di cui mi occupo oggi. E sono presto partito per la Grande Mela.”

Come mai questa volta la scelta è caduta su New York?

Mi stavo specializzando in managment e finanza e, il 15 Settembre 2008, è fallita la Lehman Brothers. Il mondo dove avrei lavorato è cambiato radicalmente. La situazione era tragica. Non ho neanche provato a cercare lavoro, ho semplicemente fatto la valigia e sono volato a New York. Arrivato lì ho avuto la fortuna di essere assunto come broker di azioni per una investment bank. La paga era misera, ma la location  e l’esperienza in sé abbastanza motivanti. Ho anche aiutato un amico produttore di vino a commercializzarlo a Manatthan ed è stata un’esperienza entusiasmante. Continuai a fare colloqui e accadde una cosa insolita: dopo aver superato tre colloqui, un’impresa si dice interessata al mio profilo, ma a causa della crisi, possono assumermi solo in Brasile  o in Messimo. La stessa cosa succede con altre due imprese. Quando esco dall’ultimo colloquio mi cade l’occhio sulla copertina dell’Economist con in copertina il cristo di Rio e il titolo “Il Brasile decolla”. Era novembre 2009 e a Gennaio 2010 ero a San Paolo. Mi sono sistemato in una multinazionale brasiliana come Manager dell’area di Project Finance del settore Oil&Gas”

Cosa ci dici del Brasile?

E’ un paese meraviglioso, un’economia in crescita con immense opportunità, anche se per uno straniero non è facile trovare subito lavoro. I brasiliani iniziano a lavorare presto e a 25 anni hanno già una notevole esperienza. Noi italiani, in media, a 25 anni stiamo ancora studiando. Il Brasile è come un continente immenso, il Nord est è simile al sud Italia, è più povero, ma più bello, è il Brasile che si immagina fatto di bellissime spiagge e cocchi. L’estremo sud, invece, è freddissimo. Sao Pauolo è una metropoli fatta da un variegatissimo mix di culture e popoli perfettamente integrati. È il centro finanziario del Brasile. È una città che ti conquista. Vivo qui ormai da 4 anni, e non sono più così sicuro di volerla lasciare. Se fosse a due ore di volo da casa saprei per certo di voler restare qui altri 10 anni.”

Forse è la cosa più difficile del decidere di stare così tanto lontano …

ormai sono 10 anni che vivo lontano da casa, ma non ci si abitua mai. La lontananza dalla famiglia pesa parecchio. Provo a tornare tre volte l’anno, ma inevitabilmente perdo tante cose. Bisogna essere forti: vai in un paese dove non conosci nessuno, dove non sei nessuno …”

Hai rincorso un sogno o ti sei lasciato trasportare dagli eventi e dalle occasioni incontrate durante il cammino?

Non lo so, ogni fase della mia vita mi sono dato degli obiettivi di breve/medio termine e ho lottato per raggiungerli. Ogni obiettivo raggiunto è un passo più vicino al sogno. A volte le cose le ho previste e pianificate, altre volte sono capitate, ma sono sempre dell’idea che Audentes fortuna iuvant. Se stai fermo non ti capiterà mai niente.”

Un sogno ancora da realizzare?

“machilao! O in inglese back pack. Sarebbe fare tre mesi in giro zaino in spalla per l’America Latina “

Come ti vedi tra 10 anni?

“Giovane, figo e latin lover! Eheheh. O forse un buon padre di famiglia in Sicilia. Non lo so, mi spaventa solo la staticità”.

 

 

 

                                                                                                                                                                            M.S.

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