FRIGINTINI SENZA CASERMA: ONOREVOLE FALLIMENTO NAZIONALE

Sulla chiusura, ormai definitiva, della caserma dei carabinieri di Frigintini, abbiamo assistito, semmai ce ne fosse ancora bisogno,  all’ennesimo fallimento della componente politica ragusana. Quella politica deputata non solo a rappresentare il nostro territorio nelle assemblee nazionali, ma anche a tutelarlo e a preservarlo dagli scippi continui che la nostra provincia da qualche tempo sta subendo. Ne sono esempio la quasi totale soppressione della linea ferroviaria, dell’università e di quel progetto iniziale di costruire il quarto polo universitario nella provincia di Ragusa. Oggi si paventa la soppressione del tribunale di Modica, vittima anch’esso dei tagli lineari di questo governo che non tiene conto delle realtà specifiche locali, ma si muove alla cieca, attraverso un modo di agire che ha perso i contatti con il sentire e i bisogni della collettività.

E se da un lato assistiamo a tutti questi tagli che colpiscono il tessuto economico e produttivo provinciale, dall’altro ci tocca fronteggiare il blocco delle infrastrutture che potrebbero rilanciarne l’economia. Non può certamente passare inosservato il mancato sviluppo del porto di Pozzallo, la ventennale questione del raddoppio della 514, l’aborto dell’autostrada, soppressa a quanto pare prima ancora di venire al mondo e, per ultimo, l’annosa vicenda dell’aeroporto di Comiso che stenda a decollare, per questioni occulte che non ci è dato conoscere.

Queste eterne incompiute non solo ci fanno capire il fallimento della politica a portare a compimento le cose già iniziate, ma sono anche la dimostrazione che prima si lavorava e si spendevano energie, risorse economiche, politiche e umane per costruire il futuro. Oggi, invece, si spendono le stesse energie per difendere e salvaguardare, peraltro senza risultati positivi, ciò che è stato fatto in passato.

Tutto ciò è deprimente perché una società privata della speranza e della visione del futuro è una società destinata a perire. La chiusura della caserma dei carabinieri di Frigintini, ha dimostrato che non solo il governo nazionale non condivide la necessità – anche simbolica – della presenza dello Stato in un territorio di 5.000 abitanti (che ha tutte le caratteristiche di un paese e non di una frazione), ma anche – come per il tribunale – che a Roma nessuno tiene conto del contesto economico e sociale dove tribunale e caserma operano. Senza contare che la loro soppressione rappresenta non un risparmio ma un ulteriore spreco di risorse economiche.

Visti i numeri risicati con cui il governo nazionale si tiene in piedi, per cui ogni singolo voto ha il valore di fiducia, auspichiamo che chi ci rappresenta al Parlamento nazionale faccia valere fermamente le rivendicazioni del popolo ragusano. Che non sono frutto di interessi campanilistici ma di un ragionamento dettato dall’analisi della realtà economica e sociale locale, che ha il solo “difetto” di essere tra le più produttive e più intraprendenti nella realtà siciliana. E che proprio per questo merita la giusta considerazione e una classe politica nazionale degna: capace cioè di rispondere alle sue necessità.

 

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