FRANCO BATTIATO, GIOVANNI CACCAMO E LA MUSICA DEL SILENZIO

 Una piazza Duomo gremita ha accolto con entusiasmo e partecipazione uno degli eventi più significativi dell’estate ragusana. Franco Battiato, compositore di suoni, parole ed immagini e il giovane cantautore Giovanni Caccamo sono saliti sul palco di Ragusa Ibla per raccontare tra parole e note il loro cammino artistico. Un cammino che si è incrociato la scorsa estate. “Avevo saputo della presenza di Battiato a Donnalucata – racconta Giovanni Caccamo – e ho fatto di tutto per incontrarlo e lasciargli un cd con alcune mie canzoni. Non mi aspettavo che mi avrebbe richiamato subito decidendo di darmi una mano nella produzione artistica del mio lavoro”. Il singolo “L’indifferenza” è il primo frutto di una collaborazione che si preannuncia interessante e che porterà alla pubblicazione del primo album di Giovanni Caccamo nei primi mesi del 2014. “Ho ascoltato le sue canzoni – spiega Battiato – e mi ha molto colpito la maturità della composizione di questo ragazzo che, è giusto ricordarlo, è ancora molto giovane. Dunque mi è parso naturale segnalarlo al mio gruppo di lavoro”.

Gli esordi in una Milano avvolta nella nebbia, l’incontro con Giorgio Gaber, primo produttore di un giovane Battiato, ma anche gli anni della sperimentazione musicale. Il dialogo, intessuto con il giornalista Antonio La Monica, ha permesso di approfondire alcuni punti della carriera dell’artista di Jonia. “Negli anni Settanta – ricorda Battiato – non sapevamo cosa fosse l’hit parade e non ci interessava nulla del successo. Quando con “Pollution” raggiunsi un posto in classifica di vendite non capivo neanche di cosa si trattasse. Suonavamo per il piacere di farlo. Ogni artista ha il dovere di non tradire se stesso, anche se oggi le regole dello show business sembrano imporre un successo immediato a chi si affaccia nel panorama musicale. Trovo sbagliato che molti emergenti cerchino solo di copiare modelli anglo americani pur di fare soldi subito. Apprezzo Giovanni Caccamo perché mi sembra un talento che segue una sua strada con personalità”.

“Cerco di mantenere un contatto diretto con le persone che mi seguono – aggiunge Caccamo – anche interagendo sul mio profilo Facebook. Ringrazio Battiato, il mio manager Francesco Cattini e Roberto Mancinelli, direttore della Sony Pubblishing per l’opportunità che mi hanno dato finora. Aprire i concerti di Battiato in giro per l’Italia è stata un’occasione preziosa per confrontarmi con il pubblico in modo molto interessante”.

La piazza del Duomo richiama alla memoria la prima esperienza da regista per Battiato. “Qui – ricorda. Ho girato alcune scene del mio primo film, Perduto amor, ed ho dei ricordi molto belli di quella esperienza. Credo che l’architettura siciliana in genere abbia delle caratteristiche irripetibili. Mi piace molto Ragusa Ibla, un po’ meno la parte superiore della città”.

Naturale, alla presenza di Battiato, che il dialogo si aprisse a tematiche spirituali.

“Sono nato con un microchip incorporato – ironizza il musicista – che mi indirizza verso la spiritualità. All’età di otto anni scrissi, andando clamorosamente fuori tema, “Io chi sono?”. Una domanda particolare per un bambino nato in una famiglia dove non si avevano libri da leggere, ma nella quale sono stato felice di nascere. Credo che ogni individuo abbia il dovere di approfondire la conoscenza di se stesso. Nascere nel regno umano e non in uno di quelli inferiori è un grande dono che non deve essere sprecato. La dimensione del silenzio è ideale e preziosa per indagare la propria autentica natura”.

Battiato, sedentario costretto al nomadismo, ha viaggiato a lungo per il mondo, nutrendo lo spirito con incontri straordinari. “Ricordo l’esperienza a Konya, in Turchia, per incontrare i Dervisci danzanti. Accettarono di far documentare il loro rito dopo che glielo chiesi per ben tre volte. Uno spettacolo davvero eccezionale, ispirato ad una esperienza estatica del mistico persiano Rumi. Un’altra esperienza importante l’ho vissuta sul Monte Athos, dove però, già allora, non accettai del tutto l’idea che le donne non potessero avere accesso al Monte. Non credo in questo genere di distinzioni di genere”.

L’attenzione e l’entusiasmo del pubblico sono rimasti elevati anche nel corso del breve concerto che Giovanni Caccamo ha regalato alla sua città. Otto brani nei quali la classe dell’autore e dell’interprete è spiccata alta. “Satelliti nell’aria”, “Silenzio”, “Mezze verità”, “Distrattamente”, “Il mondo che non tornerà”, ma anche una cover di “Anime salve” di Fabrizio De Andrè hanno regalato emozioni, prima dell’esplosione finale per “L’indifferenza”. Applausi meritatissimi anche per Placido Salamone, giovane chitarrista di origini iblee con in curriculum collaborazioni illustri.

“Siamo fieri di Giovanni Caccamo – conclude Federico Piccitto, sindaco di Ragusa – perché rappresenta l’eccellenza di questa città. E’ nostra intenzione proseguire nei percorsi di valorizzazione dei nostri talenti”.

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