Walter Morale, Direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’ASP di Ragusa, è stato eletto Presidente della Sezione Interregionale Campano-Siciliana della Società Italiana di Nefrologia (S.I.N.) per il prossimo triennio. L’elezione è avvenuta al termine di una consultazione elettorale online che ha coinvolto tutti i nefrologi delle due regioni, confermando la fiducia della comunità scientifica […]
FRANCA VALERI GIOCA A INTERPRETARE SE STESSA CON UN PIZZICO DI SURREALISMO
06 Ott 2011 05:37
Con grande estro la novantenne Franca Valeri porta sulla scena del Piccolo Teatro di Milano una storia amara e divertente.
Il testo, scritto dall’attrice, trasuda un’incredibile voglia di vivere. Realtà e finzione sembrano coincidere, al punto da rendere difficile una netta separazione fra il personaggio principale e l’attrice stessa.
La pièce teatrale rivela certamente un carattere autobiografico: con questa commedia, pungente e riflessiva, Franca Valeri chiude una vita dinamica e impegnativa, dedita all’arte. Allo stesso modo, la protagonista cerca di recuperare pezzi del suo passato, imbattendosi in un presente inaspettato, che rischia di rendere la sua vecchiaia fin troppo “normale”.
Lo spettacolo è tutto giocato sul contrasto fra banalità e originalità. La vita si trasforma, così, in una continua ricerca dell’inusuale: la protagonista cerca di evitare in tutti i modi quella terribile “normalità” che crea appiattimento.
“La vita non è abbastanza interessante per ricordarla”: questa è la frase centrale dell’intera commedia, una straordinaria e ironica denuncia del Taedium Vitae, quella noia tremenda che attanaglia tutti gli uomini, in qualsiasi momento della loro esistenza.
Forse inconsapevolmente d’accordo con Luigi Pirandello, che definiva la vita “così sempre ingorda di se stessa”, Franca Valeri crea un personaggio surreale, una vera maschera, ironica e autoritaria, una contessa, povera e vecchia, che non si rassegna all’idea di rinunciare ai suoi privilegi e che gioca a non annoiarsi, coinvolgendo gli altri personaggi della pièce: la fedele segretaria, il figlio ritrovato e la buffa cameriera.
La scena è dominata da una stufa in maiolica, che nessuno riesce ad accendere: il richiamo al passato che non può tornare sembra evidente. Tutto sulla scena appare antico: dalle pareti, al letto, passando per le sedie. Su questo scenario si innestano i giochi strategici della contessa, che combatte una vecchiaia noiosa, difendendosi da cose, oggetti e persone.
Il testo è molto complesso e divertente. Franca Valeri dà, ancora una volta, prova di grande perizia artistica.
“Non tutto è risolto”, questo il titolo della commedia, è una celebrazione della vita attiva: mai perdere il gusto di divertirsi, mai rinunciare a una nuova partita.
La vita può sempre sfoderare qualche nuova arma per sorprenderci.
E, di sicuro, Franca Valeri ci ha sorpreso ancora una volta: con la sua performance straordinaria, ha dimostrato come l’arte possa diventare un elisir di eterna giovinezza.
© Riproduzione riservata