Frammenti femminili. La mostra di Teresa Miccichè alla Koinè di Scicli a partire dal 24 maggio

E’ la prima personale nella sua Scicli. Una prima personale di un’artista che fa della bellezza femminile, dei frammenti di volto di una donna, una fonte di ispirazione e di vita. I suoi lavori, fin dal 2015, sono stati presentati in Italia ed all’estero, ricco il carnet di apprezzamenti e premi. Dal 24 maggio (con vernissage alle ore 19) si potranno ammirare nella galleria Koinè in via Francesco Mormino Penna, salotto Unesco della città di Scicli, fino al 7 giugno. Nata da autodidatta, Teresa Miccichè è riuscita a interpretare l’apice della bellezza, quella bellezza femminile che immortala un’anima, molte volte nascosta, in atmosfere che ricordano i capolavori di Klimt.

Della sua arte il critico Salvatore Parlagreco ne coglie l’intimo.

“Di spiritualità e fisicità, di religiosità, di poesia e narrativa, ma anche di purezza e perdizione. Di queste grevi ma anche eteree vesti sono adornati i dipinti di Teresa Miccichè, i corpi muliebri e i volti di donne – scrive Salvatore Parlagreco – da autodidatta ha assimilato il rigore dell’arte, la sua fisica essenzialità, il suo distacco dalla ragione, ha saputo interpretare la bizzarria dell’istinto e la saggia pigrizia della creazione. Ella rimette a fuoco le nostre emozioni passate, ci lega ai miti ancestrali, alla nostra arcaicità alla nostra classicità, alla nostra terra. La sua arte non mira a valori salvifici, alla trasformazione onirica in realtà universale, ma a una ricerca di verità attraverso una serenità spirituale, una concezione estetico-idealistica dell’esistenza. Nei volti e nelle sue figure femminili, c’è ritrosia e offerta, pudore e desiderio, castità e sensualità. Distratte, innamorate, schive, indifese, aggressive, sensuali e impudiche che siano, queste donne questi volti hanno scolpito negli occhi e nei loro lineamenti l’irriducibile grazia della speranza, della fiducia. Tuttavia, al di là delle più o meno opportune sintonie con le inquietudini di questa artista, ciò che mi stupisce nelle donne, sono i volti pieni di speranza”.

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