FOCUS SUL TRATTAMENTO PERCUTANEO DELLE VALVOLE CARDIACHE

La salute del paziente prima di tutto. La medicina cambia, si evolve, migliora, rimane al passo con i tempi. A beneficiarne è il paziente. Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante nelle metodologie di cura delle patologie cardiovascolari. Sono cambiati approccio e aggressività degli interventi e, di conseguenza, è aumentato il numero di pazienti che può essere curato. Fondamentale, per la cardiologia, la specializzazione del trattamento percutaneo delle valvole cardiache. Una metodologia d’intervento non particolarmente aggressiva che permette, appunto, di intervenire anche su pazienti, soprattutto anziani, che fino a qualche tempo fa venivano curati esclusivamente con terapia medica. Polo d’eccellenza per queste nuove tecniche e per la cardiologia in generale è l’unità U.O.C. Cardiologia con UTIC P.O. Ferrarotto Catania diretta dal professor Corrado Tamburino che, insieme alla sua equipe di lavoro ha deciso di trasferire, anzi tramandare, il verbo del trattamento percutaneo in tutta la Sicilia. L’informazione alla base del progresso: i pazienti devono sapere che esistono nuove metodologie interventistiche. L’informazione deve partire dai cardiologi, ma anche dai medici di base che, insieme, si sono ritrovati all’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta per il primo Focus sul trattamento percutaneo delle valvole cardiache: il primo degli otto corsi di aggiornamento tenuti dal professore Corrado Tamburino e dai suoi collaboratori. Più di un corso si è trattato di un vero e proprio dialogo tra specialisti, in cui l’equipe del professore Tamburino ha presentato, insieme alle nuove metodologie, anche i dati registrati nel corso degli anni. I numeri parlano chiaro e dimostrano come la cardiologia interventistica, in continua evoluzione, stia diventando sempre più risolutiva per i pazienti. Lo dimostrano i dati. Nel particolare il professore Tamburino, insieme al dott. Marco Barbanti e al dott. Sebastiano Immè hanno analizzato i dati riguardanti gli interventi effettuati con la Tavi ( l’impianto valvolare aortico transcatetere ). Il punto di partenza è quanto affermato dal professore Tamburino:«La Tavi sostituirà la chirurgia. Fra 5 anni le linee guida metteranno la Tavi in prima linea per tutte le categorie di rischio». Basti pensare che la mortalità in seguito a Tavi, fino al 2013, era del 5%. Negli anni successivi, a fronte di un numero di interventi triplicato, la mortalità è scesa, addirittura, allo 0,8%. Ma non solo: se inizialmente il periodo di ricovero per Tavi, in media, era di 3 giorni, oggi il 40% dei pazienti va via dall’ospedale il giorno dopo l’intervento. E’ evidente che si tratta di dati che non possono che migliorare, se è vero che le tecniche vengono specializzate sempre di più e migliorano anche le caratteristiche tecniche delle protesi utilizzate. 

Secondo argomento trattato il Trattamento Percutaneo dell’Insufficienza Mitralica. Argomento complesso. Anche qui si parte da un dato di fatto: il trattamento chirurgico dell’insufficienza mitralica non ha nessun effetto. Al contrario, invece, il trattamento percutaneo è utile a migliorare, e non poco, la qualità della vita del paziente e a diminuire il numero di farmaci che il paziente stesso è costretto a prendere. Anche in questo caso sono stati analizzati i dati, ma soprattutto è stato mostrata una clip dimostrativa con i passaggi del trattamento percutaneo. Significativo il caso di un paziente laziale in attesa di trapianto, arrivato all’Ospedale Ferrarotto di Catania in condizioni disperate. Il trattamento percutaneo dell’insufficienza mitralica gli ha permesso di sopravvivere, con una buona qualità della vita, e di guadagnare tempo in attesa del trapianto che, poi, regolarmente ha risolto il problema. L’obiettivo di questo tipo di intervento, infatti, non è azzerare totalmente l’insufficienza mitralica, ma ridurla in modo da migliorare notevolmente la qualità della vita del paziente. Il punto cruciale, in pratica, è far conoscere questo tipo di trattamento, utile a migliorare la vita del paziente e anche a decongestionare reparti sovraffollati da pazienti che entrano ed escono numerose volte dall’ospedale.

Ultimo argomento trattato è la chiusura percutanea dell’auricola sinistra che svincola il paziente dall’anti coagulante. Un intervento che è possibile definire rivoluzionario: importante per il paziente, importante per il sistema sanitario, in quanto permette di abbattere notevolmente i costi del trattamento sanitario. «Di particolare rilievo spiega il professor Corrado Tamburino – sono i recentissimi dati, comunicati appena due giorni fa a Chicago, sull’impianto percutaneo di valvola con catetere, da cui emerge un chiaro trend a vantaggio dell’impianto con catetere rispetto alla cardiochirurgia nei pazienti con stenosi valvolare aortica della valvola aortica. Gli studi hanno dimostrato che l’impianto con valvola con catetere ha minori rischi in termini di morte, di insufficienza renale, di sanguinamento e di fibrillazione atriale, pagando solo un prezzo più alto in termini di impianto di pacemaker. Questo è il futuro del trattamento nei pazienti a rischio alto e nei prossimi anni anche a rischio basso».

 

 

 

 

 

 

 

Questo il programma completo degli altri appuntamenti:

  • 19 aprile 2016 – Siracusa, Jolly Aretusa Palace Hotel
  • 3 maggio 2016 – Ragusa, Ospedale Civile
  • 10 maggio 2016 –Milazzo, Presidio Ospedaliero Giuseppe Fogliani
  • 14 giugno 2016 – Trapani, Hotel Tonnara di Bonagia
  • 14 giugno 2016 – Mazara del Vallo, Mahara Hotel
  • 15 giugno 2016 – Sciacca, Ospedale Giovanni Paolo II
  • 15 giugno 2016 – Agrigento, Ospedale San Giovanni Di Dio

 

 

 

Alessandro Fragalà

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