“….FINO A CHE PUNTO ED IN QUALE MISURA ” IL FEMMINILE” È UNA FORMA DI DISSIDENZA». (Dedè Mirabal)

 La giornata è ventosa, ma non fredda. Cerchiamo il sito individuato per la cerimonia di intitolazione alle sorelle Mirabal; si è in tante, anche se una presenza declinata tutta al femminile. Arriviamo in una piazzetta sulla quale si affacciano case giovani e le penso abitate naturalmente  da coppie giovani; una piazzetta che al posto dell’asfalto ha un prato erboso, una macchia verde circondata da case a schiera bianche, luminose; intorno un senso di luce, di pulito. . Un bel sito penso mentre si scopre la targa: sorelle Mirabal, vittime di femminicidio.

I bambini che vi andranno a giocare chiederanno ai loro genitori cos’è il femminicidio e li costringeranno a pensare, si interrogheranno i giovani, capiranno le donne. Ed ecco trovato il senso di una intitolazione di genere, una targa che in poche parole riesce ad essere  una lezione di storia, una storia di legalità,  di rispetto,  di civiltà, una storia di lotte e di conquiste, un monito alle generazioni.

Qualcuno dei passanti chiede  chi fossero le sorelle Mirabal, se erano di Vittoria, pensano a delle educatrici d’infanzia o  a donne insigni distintesi nell’artigianato, magari sapienti ricamatrici.

 

Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia Maria Teresa, le Mariposas,( le farfalle, questo era il loro nome di battaglia), sono il simbolo della libertà politica del loro paese, la Repubblica Dominicana, oppresso dalla dittatura di Rafael Trujillo.
Il 25 novembre 1960, tornano dal penitenziario. Hanno appena fatto visita ai loro mariti, detenuti nel carcere di Puerto Plata, nella Repubblica Dominicana.
Un gruppo di uomini blocca l’autovettura e le costringe a scendere. condotte in un posto non lontano dalla strada: una piantagione di canna da zucchero, vengono massacrate a bastonate.

Il loro brutale assassinio risveglia l’indignazione popolare che porta nel 1961 all’assassinio di Trujillo e successivamente alla fine della dittatura.
Il 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 54/134, dichiara il 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne in loro memoria.
La loro vita è stata narrata anche dalla scrittrice dominicana Julia Alvarez nel romanzo Il tempo delle farfalle (1994), da cui è stato tratto nel 2004 il film di Mariano Barroso In The time of Butterflies, con Salma Hayek.

 

È in loro ricordo che l’Associazione il “filo di seta” per il proprio logo ha scelto la figura della farfalla. Per le donne in difficoltà, per tutte le donne, il numero messo a disposizione è 333.8305330.

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