FINISCE IL VIAGGIO DEL TRENO DELLA MEMORIA 2011

Tante emozioni, abbracci e commozione per la giornata conclusiva dei ragazzi del Treno della memoria 2011 che, a conclusione di questo lungo viaggio della consapevolezza, si sono riuniti in assemblea plenaria al teatro “Rotunda” di Cracovia per scambiarsi impressioni e riflessioni su quella che è stata una indimenticabile esperienza. Un lungo dibattito sulla visita ai campi di Auschwitz e Birkenau ha aperto la strada verso un confronto più grande che ha parlato di diritti, tolleranza, umanità, libertà e spirito critico verso un sistema che oggi come allora si regge sulle logiche del più forte e del ricatto sociale.

700 ragazzi sono partiti per vedere con i propri occhi i luoghi di quella tragedia inaudita, l’avevano studiata attraverso i libri di storia ma adesso andavano per cercare delle risposte che spiegassero come fosse stato possibile quel massacro: la vista dei campi di sterminio, soprattutto quello di Birkenau – immenso, freddo, silenzioso – non gli ha dato risposte, anzi, gli ha dato altre e altre domande ancora, si sono sentiti impotenti, arrabbiati, soli, tristi e increduli che l’uomo sia stato capace di tanto. Eppure in tanti si ricordano a vicenda che l’Olocausto non è la storia di un folle o di un gruppo di folli, bensì la storia dell’intelletto umano che diventa una scienza perfetta e progetta il massacro di popoli a beneficio dei pochi; cambiano i modi, i tempi, le strategie ma non sono forse queste le logiche che governano ancora oggi il pianeta?

E’ forse migliore chi rispedisce indietro gli immigrati che cercano di approdare nelle nostre coste? E’ migliore chi nega il diritto al lavoro e destina i nostri giovani ad una vita a progetto che non permette di fare nessun progetto? E’ migliore chi cerca come allora di manipolare l’informazione e addormentare le masse? Mirafiori, Rosarno, Termini Imerese – giusto per citarne alcune – sono forse un’illusione ottica? Il treno della Memoria ha insegnato che la vera propaganda è quella di dover divulgare il diritto della persona, di spiegare che la diversità non è un crimine ma un valore, di abbattere la “zona grigia”con la rivoluzione del cuore.

Auschwitz e Birkenau non sono solo il progetto nazista costato un milione e mezzo di morti, sono anche la tragedia permessa a causa dell’indifferenza, di chi sapeva e ha taciuto per paura: questa si chiama omertà, una collaborazione silenziosa con gli strateghi della fabbrica della morte. Bisogna uscire dal silenzio: i movimenti dal basso, le associazioni e la consapevolezza che gli altri siamo noi sono la speranza del futuro; l’associazione Libera che si occupa del riutilizzo sociale dei terreni confiscati alla mafia è un esempio che cambiare si può e che è un dovere di tutti.

Anche il Treno della Memoria è un progetto nato dal basso grazie all’associazione Terra del Fuoco che tutt’oggi combatte contro molte sordità istituzionali che si ostinano a non finanziare un progetto di tale spessore; la regione Sicilia è fra queste: l’Istituto E. Majorana ha partecipato grazie all’ostinazione di docenti splendidi come Marinella Tumino, Pippo Firrincieli e Fabio Fatuzzo che hanno creduto in questo progetto e lo hanno voluto condividere con i propri studenti.

 

 

 

 

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