FICTION, CHE PASSIONE !

 Carlo Freccero, il noto autore televisivo ed esperto di comunicazione è inarrestabile mentre presenta il Roma Fiction Fest 2014, l’ottavo della serie e il primo sotto la sua direzione artistica. Sette giorni di proiezioni (dal 13 al 19 settembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma), 44 anteprime internazionali, 6 italiane, 21 Paesi rappresentati e un totale di 7.265 minuti di proiezione complessivi. Il Festival quest’anno ha ridotto massicciamente i costi, dai 7 milioni del 2011, si è passati a un budget di 1,6 milioni.

Anche se ha rinunciato alle star internazionali, il direttore artistico ha puntato sulla  qualità della programmazione, ottenendo ben due anteprime mondiali: American Crime, serie americana dell’Abc che sarà trasmessa negli Usa nel 2015 e How To get with a Murder, che andrà in onda negli Usa il 26 settembre.

Oltre alle anteprime mondiali, gli appuntamenti più attesi sono con la miniserie Fargo (domenica 14) dei fratelli Coen, remake televisivo del loro stesso film, per la quale arriverà a Roma la protagonista, Allison Tolman; la prima puntata della seconda serie dell’inglese Utopia (martedì 16) che inizia con le immagini di repertorio del sequestro Moro e un Bruno Vespa d’annata; True detective (mercoledì 17), la serie con il premio Oscar Matthew McConaughey e Woody Harrelsson, preceduta dalla proiezione del film La strategia del ragno e da una videointervista di Bernardo Bertolucci; mercoledì 17 gli orari delle proiezioni sono stati anticipati per via della partita di calcio della Roma, saranno proiettate le serie Orange is in the New Black, Looking e Transparent prodotto da Amazon; la retrospettiva della serie originale del 1990 della Bbc House of Cards (giovedì 18) con Ian Richardson da cui è stato tratto il fortunatissimo remake con Kevin Spacey e Robin Wright.

Freccero spiega: ‘Oggi la Fiction ha successo perché rappresenta una critica spietata alla società, al sistema neoliberista. Il titolo del festival, ‘fingiamo che sia Fiction’, vuol dire questo”, poi lancia una provocazione: ”Perché oggi il povero Don Matteo batte i talk show? Perché di fronte alle complessità e l’incertezza di oggi, uno si rifugia nella provincia dove le contraddizioni si ricompongono”.

Quando qualcuno gli fa notare la poca produzione italiana presente Freccero risponde: “è dovuto al fatto che alcune produzioni non sono pronte, quindi ho dovuto lavorare su quello che era disponibile. Alcune serie come i Cesaroni partivano prima del festival. Ho detto no a queste cose in favore delle anteprime. Quando ero in Rai facevamo grandi produzioni di fiction”. “Io sono così, un po’ sciampista un po’ intellettuale’ conclude così il suo intervento il direttore artistico tra risate a applausi.                                                                                                                                                  

 

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