Fermo amministrativo per la Sea Eye

Fermo amministrativo per la nave Sea Eye 4. L’imbarcazione, battente bandiera tedesca, nei giorni scorsi è attraccata al porto di Palermo, dopo aver sbarcato 415 migranti nel porto di Pozzallo e al termine di un periodo di quarantena imposto dalle autorità sanitarie nazionali. Il fermo è stato disposto dopo l’ispezione eseguita ieri da personale della Guardia costiera specializzato in sicurezza della navigazione per “verificare l’adeguatezza” della nave rispetto alle “vigenti norme di sicurezza della navigazione e di tutela ambientale”.

L’ispezione ha evidenziato “diverse irregolarità di natura tecnica, tali da compromettere non solo la sicurezza degli equipaggi – fa sapere la Guardia costiera -, ma anche delle stesse persone che sono state e che potrebbero, in futuro, essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza svolto. Accertate anche alcune violazioni delle normative a tutela dell’ambiente marino”.In particolare, l’ispezione ha confermato che “i mezzi collettivi di salvataggio della nave risultano sufficienti ad ospitare un numero massimo di 27 persone; pertanto, in caso di emergenza a bordo della nave, che comporti l’evacuazione della stessa, si ritiene che l’equipaggio non sarebbe in grado – anche per consistenza numerica e di qualifica – di garantire che le persone ospitate possano essere avviate ai mezzi di salvataggio né ovviamente trovare posto sufficiente per essere sugli stessi ospitate”.

Accertate anche “carenze” sui contratti del personale marittimo imbarcato, sugli apprestamenti per prevenire l’inquinamento marino, sulle istruzioni da fornire all’equipaggio in caso di emergenza, sull’organizzazione di bordo e sulle dotazioni radio. “Un totale di 23 carenze di cui 10, per la loro gravità, hanno determinato, il fermo della nave”, spiega la Guardia costiera. La nave è stata sottoposta a un’ispezione ‘periodica’, essendo trascorsi più di 10 mesi dall’ispezione precedente e, contestualmente, ‘supplementare’ in ragione della consistenza dei mezzi collettivi ed individuali di salvataggio presenti sull’unità, a fronte di un numero notevolmente superiore di persone recuperate a bordo durante l’attività sistematica, di ‘ricerca e soccorso’ svolta nel Mar Mediterraneo.

A seguito dell’attività ispettiva svolta dalla Guardia Costiera, alcuni Stati di Bandiera, attraverso le competenti Amministrazioni marittime, hanno intrapreso azioni correttive adeguando e certificando le navi ONG al servizio di “ricerca e soccorso”. “Ancora una volta una nave del soccorso civile, dopo aver onorato quella legge del mare e quelle Convenzioni internazionali che impongono di soccorrere chi chiede aiuto nel Mediterraneo, è sottoposta a pretestuosi quanto arbitrari controlli che la bloccano in un porto. E’ chiaro che il Comando delle Capitanerie di porto riceve ordini in questo senso dal governo. Il responsabile di questi ordini di ‘bloccare con fermi amministrativi’ le navi ong è tecnicamente quel ministro Giovannini che dovrebbe essere uno di quelli ‘progressisti’ in mezzo a quel miscuglio che rappresenta la maggioranza che sostiene Draghi”.

A dirlo all’Adnkronos è Luca Casarini, capo missione di Mediterranea, dopo il fermo amministrativo della Sea Eye 4. Uno stop, quello per la nave della ong tedesca, arrivato dopo un’ispezione di “12 ore” da parte degli ispettori della Guardia costiera sull’imbarcazione attraccata al porto di Palermo, dopo aver sbarcato nei giorni scorsi a Pozzallo nel Ragusano, oltre 400 migranti, tra cui 150 minori, soccorsi in diverse operazioni nel Mediterraneo centrale. “Questi, che piangono lacrime di coccodrillo dopo ogni strage in mare e che dicono ‘mai più’, sono i peggiori invece – attacca Casarini -: non hanno nemmeno il coraggio di rivendicare le proprie scelte e agiscono di nascosto. Sono un po’ come quei cristiani che vanno a messa la domenica e poi se vedono un profugo gridano all’invasione, con buona pace del ‘hai bussato e ti ho accolto’ del Vangelo”. Per il capomissione di Mediterranea “se fai quello che gli Stati non fanno, cioè soccorrere in mare chi fugge dai campi di concentramento libici, allora diventi un criminale. Ma qui di criminale c’è solo il fatto che donne, uomini e bambini muoiono a migliaia da anni. E sono rinchiusi per volere di Italia ed Europa dentro prigioni orribili, a patire le peggiori sofferenze. Le bugie di questi ministri, da Giovannini alla Lamorgese, che tentano di coprire questa vergogna, pesano come montagne. Sulla loro coscienza in primis”, conclude Casarini.

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