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FARINA ACQUA SALE E LIEVITO PER UN CAPOLAVORO ARTIGIANALE
16 Gen 2011 20:16
Santa Croce Camerina poteva mandare in Ungheria sede della penultima tappa del meeting europeo Competenze per adulti in azione, tantissimi prodotti eccellenti del suo territorio che peraltro sono anche peculiari di altri paesini rivieraschi della provincia di Ragusa. Il sindaco Lucio Schembari (nella foto) nel condividere il progetto con l’associazione Agorà per la parte culturale-“diplomatica” e con l’Hgo srl per la parte logistica, ha chiesto ed ottenuto di inviare a Budapest, a Szeghed ed a Roszte il famoso pane di San Giuseppe che è una prerogativa quasi assoluta della cittadina di Santa Croce Camerina e che affonda la sua origine nella notte dei tempi. Badiamo bene si tratta di un grande prodotto dalle componenti semplici: farina, acqua, lievito, sale e basta.
Ed allora perchè questo speciale tipo di pane è conosciuto ed apprezzato? Non lo sappiamo e nessuno ci vuole spiegare il perchè. Noi azzardiamo una ipotesi che chiude il cerchio: è così perchè l’amore, la capacità artigianale, la enorme attenzione della lievitazione, la speciale cottura al forno di pietra fanno di questo prodotto una eccellenza di caratura europea ora che sono stati aperti i pacchi dono del territorio ragusano per la degustazione. Il pane che era stato inviato in Ungheria (spedito sottovuoto per precauzione) aveva ancora il profumo, la croccantezza, la “bellezza” dello stesso giorno nel quale l’Antico forno del paesino ibleo lo aveva preparato e spedito.
Insomma una bellissima figura che ha fatto lanciare tante esclamazioni di stupore ai componenti delle otto delegazioni europee a cominciare dall’Italia per finire dopo la Repubblica Ceka, la Francia, la Polonia, la Lituania, la Turchia, la Romania, all’Ungheria padrona di casa. E siccome queste nazioni si incontrano nella tarda primavera anche in Romania, l’Antico forno di Santa Croce Camerina può cominciare a prepararsi anche per quella missione ed il comune di Santa Croce a ricevere i complimenti europei anche se non ci sarà più la piacevolissima sorpresa che c’è stata a Budapest. (t.s.)
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