FARAGE: CHI È COSTUI?

Come primo passo per organizzare la propria azione politica nel Parlamento europeo (propria, perchè detterà rigidamente la linea ai neo-deputati), Grillo ha scelto di incontrare Farage, leader dell’UKIP,  partito inglese il cui manifesto si apre con affermazioni inquietanti sulla perdita di sicurezza, tanto sul versante dell’ordine pubblico, infatti si dice che viviamo sotto l’incubo del crimine nelle nostre città, quanto sul versante economico, per la perdita di posti di lavoro. Mette, quindi, immediatamente tali questioni in relazione con la “marea” di immigrati, che giunge nel suo Paese: “Violent crime erupts in our cities. Jobs are lost and services failing under a tide of immigration”. Da queste premesse tese ad accrescere l’angoscia già strisciante in tempi di incertezze e di arretramento economico, il manifesto dell’UKIP fa discendere la necessità di un controllo poliziesco della nazione e di un incremento degli armamenti per difendere i confini: “Keep our nuclear deterrent and make increased defence spending a clear priority, even in these difficult times, to underpin Britain’s global role”. Giunge ad invocare la revoca dei diritti umani riconosciuti dalle leggi per pregiudicati e migranti irregolari: “Repeal the Human Rights Act to end abuses by convicted criminals and illegal immigrants.  Altra misura “salvifica” è uscire dall’Europa e tornare a un’ipotetica totale autonomia dello stato dal contesto internazionale.

Sostanzialmente Farage è il leader di un partito che propone non di affrontare i problemi dell’oggi, che è l’unica strada possibile e saggia, ma di esorcizzarli attraverso il rigore di leggi liberticide, che dovrebbero darci sicurezza tramite l’individuazione del “capro espiatorio”, contro cui sfogare  le nostre insicurezze e frustazioni. In un’ideologia ultra-conservatrice e retriva non può mancare il corollario di omofobia e maschilismo, infatti nel florilegio delle affermazioni degli attivisti di UKIP spiccano frasi come “I gay sono pervertiti”, ” Le relazioni fra i gay sono visceralmente ripugnanti”, ” Alcuni omosessuali preferiscono fare sesso con gli animali”, “Le donne non hanno l’ambizione di fare carriera perchè devono partorire bambini”. Credo che ce ne sia abbastanza per sentire la più profonda estraneità ed anche ripugnanza verso queste convinzioni.

Cosa accomuni Grillo con Farage, è la domanda che ci si pone e che esige risposta. Credo che molti, moltissimi elettori del M5S non abbiano nulla a che spartire con tali farneticazioni e che non le condividano affatto. Ma Grillo non si è mostrato indignato né perplesso. La lezione che la sconfitta elettorale gli ha dato a quanto pare non è stata ben capita. Gli italiani hanno rifiutato il clima violento ed aggressivo da lui fomentato (fino ad invocare la vivisezione per un cagnetto reo solo di avere un padrone impresentabile), l’irrisione di tutti gli avversari, il fare leva sulle preoccupazioni, senza poi prospettare vie costruttive di soluzioni.

Gli italiani hanno scelto con consapevolezza e determinazione la via della speranza, non vaga, ma fondata su proposte percorribili di miglioramento, relative tanto alla situazione interna quanto al quadro europeo. Hanno scelto prospettive di stabilità governativa e istituzionale, contro la proposta di destabilizzare ogni cosa.  L’Italia per fortuna, o per meglio dire per cultura e civiltà, non è un Paese per Farage, per il suo fanatismo intollerante e antidemocratico. E, speriamo, non sia più un Paese per facili demagogie.

L’immagine che visivamente riassume il vento nuovo che spira è quella che ritrae una sorridente Elena Boschi, giovane donna ministro, che si lascia intrecciare i capelli da una bimba di colore,  che, indipendentemente dal luogo di nascita, è  attesa con molti altri coetanei amorevolmente in Italia.

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