ESISTE LA CULTURA DELLA PACE?

 Non per fare la solita polemizzante ma esiste davvero la cultura della pace? Consapevole che il fine delle Nazioni Unite di salvare le generazioni future dal flagello della guerra richieda un cambiamento indirizzato verso una cultura di pace, che consiste di valori, attitudini e comportamenti che riflettono e ispirano l’interazione sociale e la condivisione fondata sui principi di libertà e giustizia e de­mocrazia, su tutti i diritti umani, tolleranza e solidarietà, che rifiuta la violenza, tutto ciò, mi chiedo, esiste veramente?

Riconoscendo che enorme dolore e sofferenza sono inflitte ai bambini attraver­so diverse forme di violenza, a ogni livello della società, in tutto il mondo e una cultura di pace e nonviolenza promuovono il rispetto per la vita e per la dignità di ogni essere umano, senza pregiudizio o discriminazione di ogni genere, mi chiedo concretamente, tutto ciò avviene?

Riconoscendo il ruolo dell’educazione nella costruzione di una cultura di pace e nonviolenza, in particolare, l’insegnamento della pratica di pace e nonviolenza ai bambini è davvero attivata?

Se gli obiettivi fondamentali sono la democrazia e la tolleranza, la promozione dello sviluppo, educazione alla pace, la libera circolazio­ne delle informazioni e l’ampia partecipazione delle donne come parte integrante dell’approccio per prevenire la violenza e i conflitti e gli sforzi volti alla creazione di condizioni per la pace e il suo consolidamento perché i presupposti non sono presi nemmeno in considerazione dal momento che le guerre hanno inizio nella mente degli uomini, è nella mente umana che bisogna iniziare a costruire la pace?

Il percorso verso un più completo sviluppo di una cultura della pace si realizza attraverso valori, atteggiamenti, tradizioni, comportamento e sistemi di vita che siano favorevoli alla promozione della pace fra gli individui, i gruppi e le nazioni.

L’istruzione a tutti i livelli, costituisce uno dei principali strumenti per costruire una cultura di pace.

Un ruolo chiave nella promozione di una cultura di pace compete a genitori, insegnanti, politici, giornalisti, organismi e gruppi religiosi, agli intellettuali, a quanti sono impegnati in attività scientifiche, filosofiche, creative e artistiche, agli operatori in campo sanitario e umanitario, agli operatori sociali, ai dirigenti a vari livelli come pure alle organizzazioni non governative.

Sicuramente sono molti i passi avanti effettuati in tutti questi anni ma ancora c’è tanta strada da fare.

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