ERANO C-130 CON CIBO E MEDICINALI O BOMBARDIERI?

In tutta sincerità, se una mia amica non lo avesse fatto notare al gruppo che si prendeva una pausa al bar, non l’avrai fatto nemmeno io il collegamento. Quale? Quello tra le notizie che radio, televisioni e giornali hanno dato in abbondanza sul fortissimo bombardamento che la Nato ha effettuato sulla residenza di Gheddafi, ed i rumori che la notte precedente tutti i ragusani (tranne quelli dal sonno profondissimo) abbiamo percepito distintamente.

Non è possibile fare finta di non sentire, o peggio di non capire, e ancora peggio di non collegare. Quel rombo cupo e insistente che abbiamo sentito intorno alle due di notte era indiscutibilmente il suono prodotto dagli aerei che sorvolavano il nostro territorio. Fossero tanti o pochi, ad alta o bassa quota, partiti da Sigonella o da Birgi, da Napoli o da chissà dove, certo è che quelli passati sopra le nostre teste erano aerei che andavano a Sud. Che poi quegli stessi aerei passati sopra di noi fossero o no gli stessi che hanno sganciato i missili sopra il bunker del dittatore libico, non lo sapremo mai con certezza. Come mai con certezza sapremo se Gheddafi sia morto in quel bombardamento oppure no (come non sapremo mai se un altro simpatico personaggio come Osama sia stato effettivamente ucciso nel blitz delle forze speciali americane). Si tratta di quei misteri che i governi tengono gelosamente custoditi per chissà quali motivi, che in regimi democratici maturi non dovrebbero esistere. Ma tant’è.

Il fatto che mi incute timore, che mi spaventa non poco, non è tanto il sapere che governi democratici e moderni, occidentali ed evoluti abbiano deciso di uccidere un uomo (e per il momento si accontentano di uccidere i suoi figli), posto che l’uomo da uccidere sia un dittatore che di uomini, lui, si che ne ha uccisi a migliaia anche se forse mai con le sue proprie mani. Quello che mi spaventa davvero è il fatto che in pochi giorni si decida di intervenire militarmente senza prima tentare (e di tempo se ne ha avuto in abbondanza, sin dal 1969, anno del colpo di Stato del colonnello) una soluzione di tipo diverso, non violenta, diplomatica.

Ancora di più mi preoccupa e spaventa il fatto che tali decisioni siano tutto sommato accettate, se non entusiasticamente, da tutti noi col fatto che in Libia ci sia il petrolio, e che a noi occidentali quel petrolio serve, e tanto, per fare andare la nostra economia.

E infine, quello che ancora di più mi preoccupa e spaventa, è il fatto che non molti anni fa, forse solo venti o venticinque, c’erano migliaia di giovani (che adesso giovani non sono più ma, come me, hanno raggiunto e superato la mezza età e quindi anche la saggezza e la capacità di intervenire non sulla scorta dell’entusiasmo adolescenziale ma sulla base di un ponderato ragionamento) pronti a sdraiarsi davanti le ruote enormi di enormi camion americani che trasportavano a Comiso centododici missili Cruise, mentre altri coetanei del Nord si sdraiavano sulle rotaie della ferrovia per non fare passare i treni tedeschi carichi di carriarmati.

D’accordo che gli adolescenti di adesso sono troppo impegnati in mille attività, e d’accordo anche sul fatto che a differenza di noi comunicano più velocemente e più globalmente con quei social network che hanno permesso, di fatto, le rivoluzioni in Tunisia ed Egitto che, non dimentichiamolo, i loro dittatori li hanno mandati affanculo senza bisogno di ucciderli.

Ma quanto sarebbe bello, per le sole nostre stesse coscienze e nulla di più, un corteo di migliaia di giovani (e di quelli che giovani non sono più ma che dovrebbero sentirsi obbligati all’esempio alto) che si presentasse ai cancelli degli aeroporti militari chiedendo di non far decollare gli Eurofighter ma solo i C-130 con cibo e medicinali. Lo so: è una bella idea. Rimarrà tale.

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it