Emanuele Filiberto ha ragione. Per 10 motivi. Eccoli!

La rubrica dello psicologo a cura di Cesare Ammendola

Il principe di Savoia merita un principesco grazie per dieci buone ragioni.

La prima. È stato il fenomenale “muso ispiratore” di una scintillante serie di meme, battute e post esilaranti. Ne cito solo uno mio (per bieco narcisismo): “Filiberto, per giustificare le sei polpette indigeste (6 a 0 del Ragusa Calcio sulla sua squadra), se la prende con il pranzo preparato da un albergo ibleo. In verità, i primi riscontri rivelano: è stata fatale la torta Savoia a fine pranzo.”
La seconda. Ha rinvigorito con poche ma chirurgiche battute lo spirito repubblicano di ogni singolo ragusano. La Repubblica non è stata mai più forte e salda, da San Giacomo a piazza Duca degli Abruzzi, dal Marranzano all’Irminio. E sino ai remoti anfratti di Santa Rosalia financo.
La terza. Ha involontariamente generato d’incanto un vero e proprio laboratorio emotivo, politico, sociale e civile, è riuscito ha creare un’unica immensa coalizione (bipartisan, tripartisan, quadripartisan) nella mia città, capace di sfidarlo coesa in questa tornata esistenziale: un’intera comunità ha riscoperto l’orgoglio delle grandi occasioni, lo spirito delle cene di gala a corte, la fierezza inesorabile di Lady Oscar.

La quarta. È riuscito a far grandinare a maggio. Così è. Non può essere solo una coincidenza.
La quinta. È stato capace di far arrivare dopo secoli una squadra italiana in finale di Champions. Non può essere solo una coincidenza.
La sesta. Ha fatto incapsulare proprio tutti, e ora soggetti, che mai si sarebbero sognati prima di adire le vie legali contro la corona, verosimilmente pianteranno le tende fuori dai Tribunali iblei (e non per protestare come studenti contro il caro affitti a Marina di Ragusa).

La settima. È riuscito in un colpo solo a farci elaborare il lutto per la mancata benedizione del cagnolino da parte di Papa Francesco.
L’ottava. Non mi sento di escluderlo, riuscirà a rivitalizzare il centro storico di Ragusa, subito dopo aver incastonato l’aeroporto di Comiso tra lo Stretto di Messina e la nuova autostrada Ragusa-Catania a sei corsie.
La nona. È riuscito a convincere la produzione a realizzare non solo i due già previsti, ma ben tre episodi nuovi di Montalbano, aggiungendo in extremis un terzo finale dal titolo: “Le polpette di Catilina.”

La decima. È riuscito nell’impresa soprannaturale di mettere d’accordo (e per più di un quarto d’ora!) i tre candidati a sindaco con quello uscente, Cassì. Una pace ecumenica, una concordia francescana che non si registrava dai tempi della vittoria indimenticabile dei Mondiali di Carling del 2006 (che vide il “Ragusa Carling” trionfare a Copenaghen, checché ne dica ora il Principe Filiberto). Una pausa. Un pit stop. Non me lo aspettavo. Nessuna bordata, nessuna tranvata epistemica contro Cassì. Quindici minuti. Per la prima volta, da mesi, li ho sentiti dire parole persino unisonanti e petalose a difesa delle mura cittadine contro la inzaccherata dei Savoia.
Ma guariranno presto. Sono già guariti. E già riprendono gli strali rivolti all’indomito “cestista” uscente, ma non uscituro (che, come è legittimo, non ne vuole sapere di uscire).

Alcuni interrogativi restano con noi. Ammetto di essere confuso e smarrito. Nelle fila del Ragusa milita anche una donna laureata in medicina che ha segnato una tripletta?
E ancora, se io, ragusano di un metro e ottanta e ottanta chili, mi reco al Pronto Soccorso dell’ospedale denunciando una colica renale o un intossicatio, mi fanno attendere un minimo o mi mandano in fluidità e scioltezza? Non so.
E comunque, io consiglierei al sindaco di sfidare a duello l’erede al trono. Uno contro uno a basket, a piazza Malta. In diretta Facebook. Sarebbe un successone. Verrebbe rieletto per acclamazione. Lo voterebbero pure a Comiso e ad Acate.
Io Emanuele Filiberto invece l’ho invitato a pranzo in un noto ristorante di Ragusa, ma ha misteriosamente declinato l’invito.

Ora, scherzi a parte. Io vorrei fare pace con lui. Credo che, nella delusione, abbia esagerato con le accuse e le ricostruzioni. Io lo perdonerei subito. A me basterebbe che il principe dicesse in eurovisione che Ragusa è più bella di Parigi. O quantomeno che qui si mangia decisamente meglio.

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