ELETTORE DEL PD

Egregio Direttore, sono un elettore del PD, lo sono stato, spero di continuare ad esserlo.

Una volta consolidato il risultato elettorale, è tempo di bilanci per tutti, ma più ancora per quei partiti che non se ne possono uscire con una semplice riunione di verifica e di commento, per darsi appuntamento a dopo la pausa estiva. Non solo per il nostro partito incombe l’appuntamento congressuale ma si dovrebbe, indipendentemente da questo, dare soluzione a tutte le questioni interne per non provocare ulteriori danni, oltre a quelli già fatti.

Non mi illudo che si possano appianare, anche minimamente i contrasti, ma, appunto per questo, sarebbe opportuno prendere il toro per le corna e rimettere le cose a posto.

C’è la componente della attuale segreteria che deve assumersi le responsabilità delle scelte operate e sottoporle al vaglio di tutto il partito: o si giunge alla conclusione che sono state operate le scelte giuste da un punto di vista formale oppure si devono prendere gli opportuni provvedimenti. Oltre all’aspetto formale delle decisioni, vanno esaminate l’opportunità e le motivazioni delle scelte operate perché ciascuno ne tragga le logiche conclusioni.

Contemporaneamente, verificati questi aspetti, vanno valutati atteggiamenti, posizioni, dichiarazioni e comportamenti di quanti non si sono allineati alle direttive del partito. Occorre sancire quali sono le posizioni giustificate e comunque legittime, quali quelle che non possono coesistere in un partito che, anche per nome, si definisce democratico. Da una analisi serena, peraltro da tutti avallata, in qualche caso anche dai diretti interessati, risultano eletti in consiglio i dissidenti dalla linea del partito, per cui occorre fare chiarezza e dire agli elettori come stanno effettivamente le cose.

Anche in vista dei prossimi appuntamenti congressuali, sarebbe utile coinvolgere tutte le componenti e, in particolare, la componete del sindacato che dovrebbe ritornare ad un chiaro e trasparente ruolo di indirizzo che gli deriva dall’autorevolezza propria e dei propri vertici.

A molti degli iscritti, in definitiva, non interessa da chi si ma come si è governati, come si è potuto constatare: a maggior ragione questa esigenza è sentita all’interno del partito.

Spero che al più presto vengano attivati i meccanismi per mettere ordine nel partito, cosa non facile come ha dimostrato anche l’inutile visita del segretario nazionale, passata del tutto inosservata, che non ha arrecato nessun beneficio alla causa del partito, tantomeno della coalizione.

Inviandole questo appello, spero di suscitare sulle sue pagine un sereno propedeutico dibattito che possa far capire alla gente, fuori dalla stanze dove si coltivano gli orticelli, cosa accade e cosa può accedere.

Grazie per lo spazio che vorrà concedere alla presente

Lettera firmata

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