ECONOMIA REALE O MONETARIA

Negli ultimi giorni, sempre più insistentemente, trapela la vera crisi della società italiana : “La spenta idea del nostro Paese”,come titola Galli della Loggia su “Il Corriere”, che ben definisce lo scenario nazionale : un Popolo che per secoli ha insegnato tutto al mondo, incluso il meravoglioso latino è ridotto a “fare i compiti a casa” da una classe dirigente (non solo politica) figlia di una tanto decantata “Involuzione Culturale”del 1968, che inneggiava al maoista “18 politico” universitario. Sul piano monetario, dopo gli splendidi libri scritti dal duo Carli / Emilio Colombo, si sono adottati testi americani, rigorosamente in inglese per “dare tono”, illudendosi che la “Economia monetaria” fosse un’alternativa a quella reale, fatta di lavoro e prodotti.

Col solito vizio italiano, si è seguita fino in fondo  la nuova moda d’essere “monetaristi”,perchè sul piano propagandistico era più “alla moda” su quello bancario era più facile trattare coi titoli che con i troppi clienti, i guadagni  sembravano assicurati. In questo allettante baratro sono precipitati prima gli ultimi Paesi comunitari affacciatisi, condotti da classi politiche di sinistra, presuntuosamente più à la page : Spagna, Portogallo,Grecia,parzialmente Gran Bretagna (col salvagente della City), Francia e Germania (ben più corazzate e quindi salvate), Italia, ricattata sopratutto dai noti Mercati Internazionali, indotti dagli USA, che ovviamente sono comprensibili, in quanto hanno perseguito il loro scopo.

La risoluzione di una crisi finanziaria non può essere trovata strangolando l’economia reale, sia perchè tale ricetta non è prevista nemmeno da Friedman (il suo Sistema poggia su fondamenta solidissime :l’economia reale amercana, fatta di prodotti e materie prime), sia sopratutto perchè l’Italia è una “terra di trasformazione”, cioè di lavoro, d’ingegno, di cervelli(quando decidiamo di usarli). La tanto invocata “concertazione” da parte di Confindustria può                   essere un rimedio – sopratutto di chiarezza e di responsabilità davanti alla Nazione – da  opporre all’attuale “governo monetarista”, nel senso che le Forze Sociali, sedendosi allo stesso tavolo triangolare, con agli altri 2 angoli detto Monetarista, come Nuove Forze del Fare, portatrici  di nuove idee, possa rimettere in moto l’Altoforno Nazionale Italiano della Vera Cultura del Fare e non permettere di spegnere tutto, riducendosi al buio ed al freddo.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it