Ecco cosa ha ucciso la fauna ittica nel Fiume Irminio, sospetti di inquinamento chimico

Alta presenza di cloro nelle acque: un comune disinfettante che nelle quantità riscontrate è un killer mortale, essendo tossico per la fauna ittica. Giungono le prime conferme alle ipotesi fatte da pescatori ed ambientalisti a seguito della gravissima moria ittica verificatasi nel Fiume Irminio a valle della Diga di S. Rosalia alla fine del 2015. Infatti, dopo un lungo iter, F.I.P.S.A.S. e Legambiente hanno avuto copia delle analisi effettuate da ARPA nelle acque del fiume. E l’ipotesi di un inquinamento chimico, fatta a suo tempo sulla base dalla modalità di morte dei pesci, è divenuta realtà.

Resta da capire come una tale quantità di cloro possa essere finita in un tratto di fiume che non era stata mai soggetta a simile inquinamento, a memoria d’uomo. Ed anche su questo le analisi paiono indicare una via piuttosto chiara: il potabilizzatore delle acque della diga, che è infatti collocato proprio in prossimità dell’area inquinata. Le analisi infatti hanno mostrato anche la presenza di altre sostanze, quali cloroformio e bromodiclorometano, che sono riscontrabili negli impianti di potabilizzazione delle acque.

Va evidentemente individuato chi e perchè abbia compiuto un tale scempio. E’ palese che, al di là delle responsabilità personali, vi è una responsabilità gravissima di chi ha deciso di collocare un simile impianto proprio lì in prossimità del corso d’acqua: in pratica una vera e propria bomba ad orologeria per il fiume e la sua fauna.

Purtroppo vediamo come negli anni questi fenomeni gravissimi vadano aumentando di frequenza, testimoniando un’incuria assoluta per il nostro principale fiume, ed una totale insensibilità per l’ambiente e quindi per la salute che ad esso è collegata, come dimostrato dalla grave crisi idrica verificatasi a Ragusa anni fa a seguito dell’inquinamento della Cava Misericordia.

Le associazioni intendono costituirsi parte civile se si arriverà, come auspicano, al più presto ad un procedimento, ma intanto chiedono che venga nuovamente presa in considerazione la possibilità di eliminare tale ‘spada di Damocle’ per il nostro fiume costituita dal potabilizzatore delle acque dell’Invaso di S. Rosalia.

 

 

 

 

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