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E’ Raffaele Giudice il destinatario del maxi sequestro: ville, società e conti per 20 milioni
19 Dic 2025 12:46
E’ Raffaele Giudice l’uomo a cui la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Catania, in collaborazione con la Questura di Ragusa, ha sequestrato beni per un valore complessivo di 20 milioni di euro riconducibili. Raffaele Giudice, imprenditore dei trasporti, coinvolto nell’operazione antimafia “Fenice”, vittoriese, si ritiene essere vicino alla mafia vittoriese.
Giudice, già condannato in primo grado a 8 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbe messo a disposizione la sua società di trasporti per rafforzare la posizione commerciale dell’organizzazione criminale guidata da Emanuele Greco. Secondo le indagini, pur non essendo formalmente affiliato, l’imprenditore avrebbe favorito l’associazione versando somme a Greco e approvvigionandosi di carburante di provenienza illecita, agevolando così le attività criminali.
Il sequestro, disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catania, riguarda otto società, una ditta individuale, tre ville e numerosi terreni tra Roma, Catania e Ragusa, oltre a conti bancari e rapporti finanziari intestati a Giudice e a sei persone fisiche.
Le accuse a carico dell’imprenditore includono anche sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa su prodotti energetici. Le indagini ricostruiscono un quadro complesso che comprende fatti avvenuti tra il 2018 e il 2022 in diversi comuni del Ragusano, Siracusano e Catanese, tra cui estorsioni, tentato omicidio, concorrenza illecita, detenzione di sostanze stupefacenti e armi, tutti aggravati dalla finalità mafiosa.
Un episodio rilevante nella vicenda riguarda un conflitto tra Giudice e Greco nell’aprile 2019: durante una lite per questioni economiche, Greco sparò un colpo che ferì Giudice al gomito, episodio che portò alla condanna di Greco a 9 anni in primo grado.
Il sequestro dei beni a Giudice rappresenta uno dei colpi più rilevanti contro le ricchezze accumulate dalle infiltrazioni mafiose nella provincia di Ragusa.
Fonte: Agi
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