E’ MORTO GIANCARLO LO SICCO IL NOSTRO RICORDO COMMOSSO

La notizia, la triste notizia, è arrivata con una telefonata. E’ morto Giancarlo Lo Sicco. Sì, proprio Giancarlo. Aveva solo 56 anni. Resto basito. Non ci credo. Purtroppo la notizia è vera. E’ successo in una sera d’estate, due ore fa da quando scrivo queste righe, in un ristorante di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, uno dei luoghi più conosciuti da Giancarlo e da tutti quelli che amano il mangiar bene, il Pocho di Marilù Terrasi. Era lì, si è sentito male, hanno tentato in tutti i modi di soccorrerlo, non c’è stato nulla da fare. Non vi nascondo che sono sotto choc. Scrivo queste righe perché penso che sia giusto informare tutti, perchè credo che sia doveroso ricordare Giancarlo, la sua passione per quello che faceva, l’essere stato pioniere, l’aver sdoganato la Sicilia del buon gusto quando nessuno avrebbe immaginato che c’era un’Isola – la nostra – che aveva tante cose da raccontare e da valorizzare. Un “esploratore” di cose buone. E l’entusiasmo non gli mancava mai. Lo avevo incontrato il mese scorso, in una afosa mattinata. Ci siamo visti per colazione. Mi sembrava in forma, con mille progetti in testa e la solita flemma. Aveva chiesto di incontrarmi perché era un po’ dispiaciuto. Qualcuno, non so chi, gli aveva chiesto se gli sarebbe dispiaciuto di associare nel programma di un evento il suo nome al mio oltre a quello di qualche altro giornalista che segue il settore enogastronomico. Una domanda tendenziosa che lo aveva indispettito. “Perché mi chiedono questo? Non sanno che ci conosciamo bene?”. Aveva ragione. Era la solita ed inutile preoccupazione di chi pensa che in Sicilia non si possano fare cose insieme, con obiettivi comuni, – la Sicilia del buon gusto – pur venendo da esperienze professionali diverse. Anche io rimasi stupito. E apprezzai la sua preoccupazione. Non gli era dovuta. Parlammo di altro. Liberamente. Amichevolmente. Poi salì sul motorino e andò via. Adesso mi vengono in mente le tante volte che l’ho incontrato, quel pranzo da Lo Bianco in via Amari mentre lui, da coordinatore della guida ai ristoranti de L’Espresso mi dava preziosi consigli. In fondo è stato il mio primo riferimento quando cominciai ad occuparmi di ristoranti e vini. Glielo devo. Soprattutto in questa serata tristissima. E adesso la memoria si affolla di ricordi. Degustazioni, presentazioni, incontri, dibattiti. D’altra parte lui era un nome: oltre alla guida all’Espresso è stato fiduciario della condotta di Slow Food a Palermo, uno dei degustatori ufficiali del Gambero Rosso. E animatore di mille iniziative legate all’enogastronomia. Ha scritto anche per noi di Cronache di Gusto. Alcuni articoli con ostinata puntualità e puntigliosità. Ne siamo certi. Mancherà alla Sicilia più buona. E’ anche per questo che sentiamo di dire: grazie Giancarlo. (F.C.)

 

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