E FU COSI CHE LEOPARDI DONÒ TANTA GLORIA AL CINEMA ITALIANO

Cari amici di Ragusa Oggi questa settimana vi voglio parlare del rapporto che c’è fra il cinema e la letteratura, vorrei affrontare questo argomento parlando di uno dei film italiani che in questi giorni sta ottenendo un grande successo nelle nostre sale cinematografiche: Il Giovane Favoloso di Mario Martone.

Quando ci si imbatte nella biografia di un personaggio così famoso e illustre come Giacomo Leopardi (interpretato magistralmente dall’attore Elio Germano) il rischio di cadere nella banalità è alto; tuttavia Il Giovane Favoloso di Mario Martone riesce a raccontare la vita del poeta senza diventare troppo prevedibile e struggente.

Il regista napoletano ha saputo dare un “taglio anticonformista” alla figura umana, esistenziale, poetica e filosofica di questo genio della letteratura italiana collocabile appunto come “giovane” in un passato che sa di futuro.

Ho parlato di anticonformismo e in questo film c’è n’è tanto. Il Leopardi che vuole raccontare Martone incarna l’evoluzione del tempo, è contemporaneo, visionario e riesce, una volta per tutte a uscire da quegli schemi scolastici che lo vogliono malato e dimesso.

Il film è didascalico e segue con precisione e cura la vita del poeta, partendo dalla sua infanzia e adolescenza trascorse a Recanati, suo paese natale e arrivando a Napoli dove trascorrerà gli ultimi istanti della sua vita.

A fare da cornice alla favola leopardiana è la fotografia di Renato Berta che mette in risalto il paesaggio come un quadro di Monet, donando alla pellicola un tocco di magia.

La colonna sonora piena di fantasia e inaspettatamente moderna per un film di questo genere è la ciliegina sulla torta.

Le musiche dell’autore tedesco Sascha Ring si sono rivelate efficaci per calare la visione  del poeta in un contesto assolutamente contemporaneo.

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